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Cronaca

Covid e seconda ondata del virus, il prof. Viale: "Le prossime due settimane saranno cruciali"

Il primario di Malattie infettive al policlinico Sant’Orsola fa un appello al senso civico di tutti: "Dobbiamo rispettare le regole per capire se la strada è quella giusta. Il nostro sforzo organizzativo è di dimensioni epocali"

"Gli esperti di Covid non esistono": parte da questa considerazione il professor Pierluigi Viale, primario di Malattie infettive al policlinico Sant’Orsola. Una voce autorevole che spiega cosa sta accadendo in questa seconda ondata di Coronavirus, con una curva che ci sta gettando nello sconforto bollettino dopo bollettino (ieri in realtà un lieve calo dei contagi): "Verosimile che quello che vediamo adesso sia il risultato dei cattivi comportamenti delle settimane passate, mentre fra 15 giorni sapremo se con i nuovi provvedimenti le cose miglioreranno. Cruciali dunque le prossime due settimane, ma determinante anche il senso civico di ognuno di noi". 

C'è chi difende il sistema scolastico, chi condanna gli assembramenti sui mezzi pubblici, chi non crede che la movida possa essere responsabile dei contagi. A cosa dobbiamo credere e cosa dobbiamo fare? Quali realmente le situazioni di rischio? "E' il momento di obbedire e, semplicemente, di rispettare le regole che ci sono state date per contrastare l'aumento dei contagiati e che sono poi simili a quelle che si stanno adottando nel nord Europa. Salvo che si pranzi e si ceni su enormi tavoli ottocenteschi, è a rischio consumare dei pasti con altre persone così come giocare a calcetto e respirarsi addosso durante gli allenamenti". Polemiche e salotti televisivi in cui si sente tutto e il suo contrario insomma fanno solo confusione: come ha sottolineato il professor Viale gli esperti di Coronavirus non esistono ancora. 

Quanto è preoccupante la situazione ospedaliera e come è cambiato il profilo dei positivi al Coronavirus? "Gli ospedali reggono, abbiamo la fortuna di vivere nella regione che vanta uno dei migliori sistemi sanitari d'Europa. L'età media dei contagiati si è abbassata semplicemente perchè oggi testiamo gli asintomatici: su 17 mila contagiati i ricoverati sono 900, una percentuale del 6%. Innegabile che per i medici e per il personale sanitario l'impegno sia notevole, di fatto lo sforzo organizzativo oggi è di dimensioni epocali e a differenza della prima ondata adesso è tutto aperto e funzionante". 

I giovani asintomatici, spesso additati come possibili untori...un messaggio per loro? "I giovani, come tutti noi, devono stare attenti perchè da positivi asintomatici rischiano di portare il virus a casa, dai loro genitori e dai loro nonni. E' davvero il momento della responsabilità, nessuno escluso". 

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