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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Coronavirus, bimbo nato da donna positiva. Il direttore della neonatologia: "Sta bene, la mamma lo allatta"

A colloquio con Fabrizio Sandri, direttore della Neonatologia Ausl Bologna. "Alla sala parto si accede da un percorso separato, lo sottolineiamo perchè vorremmo che la popolazione si sentisse al sicuro"

Un neonato sano da donna positiva al coronaviurs. E' nato sabato 28 marzo alla Maternità dell’Ospedale Maggiore e si tratta del primo caso nell'area bolognese. A colloquio con Fabrizio Sandri, direttore della Neonatologia, UTIN e del Dipartimento Materno Infantile dell’Azienda Usl di Bologna.

"Il bimbo è negativo e sta bene, nato con parto naturale al termine della gravidanza. Non vi è stata nessuna necessità di asssitenza, il neonato si è adatto da solo, il tutto si è svolto all'interno dei locali che abbiamo dedicato all'emergenza. Alla sala parto si accede da un percorso separato - ha detto il dottor Sandri a Bologna Today - lo sottolineiamo perchè vorremmo che la popolazione si sentisse al sicuro". Chi è positivo dunque "può partorire in tranquillità e sicurezza. Da quanto risulta dalla letteratura scientifica, il tutto si può svolgere in maniera regolare. La popolazione non affetta sappia quindi che il pericolo di un eventuale contatto con pazienti positivi è assolutamente trascurabile proprio perchè teniamo percorsi e ambienti separati".

Bisogna adottare accorgimenti particolari quando la gestante è positiva? "Per assisterla durante il parto gli operatori si sono dotati di tutti i dispositivi di protezione individuale, in questo caso i timori sono ridotti, l'importante in questa fase sono i giusti dispositivi , indossati adeguatamente e adottando una procedura di svestizione accurata, quindi i rischi dovrebbero essere ridotti. Il tema gravidanza va gestito come sempre con tutte le cautele che il caso impone, dopodiché può svolgersi in maniera regolare".

La mamma può vedere il bimbo? La mamma che ha partorito al Maggiore "ha pochissimi sintomi della malattia, è sotto osservazione, ma sta addirittura allattando, con la mascherina e tutte le precauzioni. E' anche assistita dai familiari. L'allattamento viene proposto e, come ci dicono tutte le società scientifiche di riferimento, se le condizioni della mamma e del neonato lo consentono, non vanno separati, seguendo quindi l'approccio che noi chiamiamo 'rooming in', ossia la mamma sta in camera con il suo bimbo, lo allatta e lo accudisce, indossando la mascherina, lavandosi frequentemente le mani, una serie di accorgimenti sicuramente rigorosi. L'unica situazione nella quale è prevista la separazione è quando la mamma non sta bene, ma questo accade normalmente, anche in assenza di covid-19".

Evidentemente non vi è ancora una statistica, ma un bimbo nato negativo può in un secondo momento diventare positivo? "E' possibile. La trasmissione 'verticale' tra mamma e feto non è ancora stata dimostrata, ma non vuol dire che non sia possibile. Ancora non siamo in grado di dirlo, è un dato in evoluzione e inizieremo gli studi. Al bimbo faremo i tamponi, inizialmente a distanza di una settimana, poi a 28 giorni, per verificare se rimane negativo. Ovviamente la possibilità di positivizzarsi c'è anche dopo, come per tutti noi. Ciò che è documentato è che buona parte dei lattanti positivi, lo sono diventati in maniera 'orizzontale', cioè stando in un ambiente dove il virus circola, di sicuro di forme gravi se ne vedono davvero poche".

In questo periodo, si legge spesso che i bimbi siano meno colpiti dal covid, è vero? Se sì, qual è la spiegazione? "Non siamo ancora in grado di dirlo, probabilmente è legato all'assetto immunitario dei bambini, paradossalmente pur essendo molto efficiente, è ancora 'scarico'. Un neonato non ha molti anticorpi, se li deve ancora fare, ma ha un sistema immunitario molto reattivo. Un altro elemento potrebbe essere che quando in covid evolve negativamente negli adulti, questo non è tanto legato all'azione diretta del virus, ma al crearsi di un quadro infiammatorio a livello polmonare, probabilmente immuno-mediato, ovvero mediato dall'immunità, ma attivato in maniera patologica e distorta portando così a un danno secondario, cosa che forse non accade nel bambino. E' una storia molto complessa, dalla quale speriamo di uscire al più presto".

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