Coronavirus e mascherine, Bonaccini chiede obbligo al governo, Lega incalza: "Faccia ordinanza"
Si articolano le posizioni in attesa di capire quando inizierà la fase due dell'epidemia
"Le mascherine servono a contenere il contagio? Bene, si dica che servono e sono obbligatorie a livello nazionale, mettendo a fianco una sanzione per chi non rispetta il suo utilizzo". Così il presidente dell'Emilia-Romagna Stefano Bonaccini è intervenuto stamane a Rainews24 sul tema riaperture nella fase due dell'epidemia di coronavirus, tema che vede anche l'Emilia-Romagna sul fronte degli 'aperturisti', assieme alle altre regioni del Nord.
La data caldeggiata da Bonaccini è il 27 aprile, invece che del previsto 4 maggio, e la riapertura significherebbe tra le altre cose anche il controllo degli spostamenti delle persone, per evitare momenti di picco. "Dovremo rivedere gli orari delle città insieme ai sindaci -aggiunge Bonaccini- in altre parole lo scaglionamento degli spostamenti".
Sulla questione però si articolano le posizioni politiche, con la Lega che -per esempio- incalza sui bus e non solo. "Per quale motivo in Emilia-Romagna non è ancora obbligatorio indossare mascherine negli esercizi pubblici e sui mezzi di trasporto", chiedono i consiglieri regionali del Carroccio, sottolineando che ad oggi "non vi è stato alcun coordinamento con le altre Regioni, specie con quelle confinanti, nell'adottare misure uniformi".
I leghisti citano in particolare Lombardia, Veneto, Piemonte, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Valle D'Aosta e Toscana, dove "sono in vigore ordinanze che, pur con aspetti diversi, prevedono obblighi di indossare da parte di tutti i cittadini dispositivi di protezione o comunque di coprire naso e bocca in luoghi a elevata frequentazione anche diversi da quelli più sensibili al contagio come gli ospedali".