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Cronaca

Fase due e rifiuti, dalla Tari 'buco' da 100 milioni

E' la stima dell'ente territoriale Atersir

Ci vogliono almeno 100 milioni di euro per 'coprire' il buco generato nel gettito Tari dall'emergenza coronavirus in Emilia-Romagna.

Questa la "prima valutazione" dell'impatto del lockdown elaborata dal Consiglio d'ambito Atersir, che si è riunito alla presenza dell'assessore regionale all'Ambiente Irene Priolo. Quel valore, precisa però una nota dell'Agenzia, "verrà precisato nelle prossime settimane in funzione dei dettagli delle riaperture delle attività e dell'evoluzione dei servizi".

Il Consiglio, composto da sindaci e assessori comunali, ha definito un "insieme di misure cui chiediamo di far fronte". Atersir si rivolge in prima battuta al Governo e chiede il "riconoscimento da provvedimenti nazionali del valore mancante al settore rispetto a un'annualità standard (tutto o in buona parte, dati i 100 milioni di euro stimati per tutta la regione)": questa soluzione "consentirebbe di azzerare gli effetti legati al potenziale mancato pagamento della Tari da parte delle imprese ed attività chiuse per un periodo variabile dai tre ai sei mesi in funzione della specifica tipologia di attivita'".

In seconda istanza poi "si richiede un provvedimento (attraverso i Piani Economico Finanziari, Pef) per l'anno 2020 che tengano in considerazione la situazione emergenziale contingente e siano pertanto riequilibrati per tutti i Comuni, coerenti con le riduzioni della produzione dei rifiuti e della mutata frequenza o sospensione di alcuni servizi. Tale intendimento dovrebbe ad oggi essere avvallato da un provvedimento di carattere nazionale, che ne preveda espressamente la possibilità"

Atersir, insieme alla Regione, ha individuato anche proprie leve che, "pur garantendo un impatto modesto rispetto alla dimensione del problema, possano contribuire in modo strutturato al tema". In particolare "si propone di sospendere per quest'anno il prelievo delle quote dalla tariffa da parte dei Comuni (secondo la legge regionale 16 del 2015, la prima legge in Italia che si occupa di economia circolare) e di utilizzare le risorse già previste -si tratta di circa 11 milioni di euro- per contribuire a ridurre i costi delle tariffe, attraverso quote ai Comuni virtuosi da un lato o risorse dedicate a un fondo Covid per tutti gli altri Comuni".

Infine, la gestione dei rifiuti nella fase di emergenza, spiega ancora la nota del Consiglio, "ha anche comportato dei costi aggiuntivi per le sanificazioni stradali e di mezzi o cassonetti, per le raccolte dedicate a cittadini contagiati o in quarantena, prevedendo anche l'introduzione di servizi 'al piano'. Al fine di non imputare questi costi nelle voci della Tari, si è deliberato l'utilizzo di avanzo di bilancio di Atersir, in caso non sia concesso rimborso da parte dell'Agenzia di Protezione civile al Dipartimento nazionale, con il quale sono ad oggi in corso trattative". (Bil/ Dire)

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