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Cronaca Stazione / Via de' Carracci

Corteo del 25 aprile: verso il Pratello, via Carracci chiusa al traffico

Un corteo per "dare corpo in maniera visibile a tutte le realtà antifasciste e resistenti dei territori bolognesi e regionali". Partenza da Piazza dell'Unità con passaggio dall'XM24

Un corteo composto da circa 400 persone è partito da Piazza dell'Unità ed è passato per via Fioravanti (davanti all'XM24) con destinazione via del Pratello. E' il "biscione" degli antifascisti bolognesi, annunciato ieri: "Il 25 aprile saremo in piazza dietro lo striscione «Autogestione e Resistenza» e daremo corpo in maniera visibile assieme a tutte le realtà antifasciste e resistenti dei territori bolognesi e regionali".

"Dalla partecipata assemblea pubblica di mercoledì 5 aprile è emersa una chiara indicazione per l’indizione di un corteoantifascista molteplice e plurale che attraversi la città il 25 aprile - scrivono in una nota gli antifascisti bolognesi - Che il fascismo non solo non sia mai completamente scomparso dopo la Liberazione, ma che abbia ripreso forza e stia puntando in maniera famelica anche le nostre città, è un dato di fatto a cui nessuno e nessuna può sottrarsi".

"L’apertura di Terra dei Padri a Modena, l’intensificarsi di attività destrorse a Reggio Emilia e Imola, la sequela di maldestri quanto inquietanti tentativi di aggressioni e provocazioni a Bologna, hanno reso evidente come la lotta antifascista sia ancora oggi una necessità da cui non si può derogare" - continua la nota - "Se da un lato ci si confronta con uno spettro reazionario che passa per razzismo diffuso, neo-nazionalismi identitari e cultura securitaria, l’altro lato della medaglia è quello del blocco di potere che detiene il governo nazionale e locale: il «partito della nazione» riesce contemporaneamente a riabilitare i criminali repubblichini e a fare picchetti ai sacrari partigiani, a sgomberare spazi antifascisti e a dichiararsi erede della Resistenza, a imprigionare i/le migranti e a definirsi contro il razzismo".

"Il Decreto Minniti, emanato in queste settimane, aggrava ulteriormente l’attuale tendenza alla criminalizzazione diffusa della povertà e della protesta sociale. Sempre maggiore sorveglianza, controllo e repressione si concretizzano attraverso consolidati strumenti autoritari come il foglio di via e l’attribuzione di poteri di polizia ai sindaci. Poteri che verranno utilizzati ancora una volta per reprime le insorgenze sociali come d’altronde abbiamo già visto accadere in questi ultimi mesi: sgomberi di occupazioni abitative e di realtà autogestite – non ultimo quello minacciato di XM24 – hanno costituito la cifra non solo del governo cittadino locale ma anche a livello nazionale. Questura, Procura e Comune agiscono di concerto al fine di garantire le condizioni di un sempre maggiore e incondizionato sfruttamento: questo agire classista fa sì che da un lato le geografie urbane sono ridisegnate in favore di un modello basato sul consumo e l’esclusione sociale, e dall’altro vengono smantellati e privatizzati diritti e servizi essenziali (sanità, casa, scuola, trasporti, cultura, etc.) aumentando le disuguaglianze. Uno sfruttamento che si manifesta nella frammentazione e parcellizzazione del lavoro e nella sua oramai piena precarizzazione. Questa ulteriore recrudescenza e rafforzamento di discorsi e dispositivi securitari colpisce più duramente chi vuole attraversare le frontiere: antifascismo deve voler dire quindi oggi anche antirazzismo, nella costruzione quotidiana di società meticce e solidali".

"A fronte di tutto ciò è nostro compito opporre una resistenza plurale e unitaria che sappia porre le condizioni necessarie per rafforzare le pratiche diffuse di autogestione e conflitto sociale e quindi ribaltare completamente tale scenario. L’antifascismo è una pratica concreta per la costruzione di un mondo diverso, basato sui principi di libertà e uguaglianza, realizzabile facendo riferimento a quei percorsi che in maniera orizzontale e trasversale mettono in discussione le dinamiche patriarcali di dominio e oppressione".



 

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