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Cronaca

Corteo antifascista, militante ferisce agente. Tribunale: 'No a condanna esemplare'

L'episodio ha avuto "modeste conseguenze lesive" (10 giorni di prognosi per un agente contuso). Queste le motivazioni per cui il Tribunale ha respinto la richiesta di condanna a 2 anni del militante antifascista fermato il 18 ottobre nel corso delle proteste contro un comizio di Forza Nuova

No a pene esemplari. Per di più per un episodio che ha avuto "modeste conseguenze lesive". Queste le motivazioni per cui il Tribunale di Bologna ha respinto la richiesta di condanna a due anni, peraltro in abbreviato, al militante antifascista fermato il 18 ottobre nel corso delle proteste contro un comizio di Forza Nuova. 

Al manifestante sono stati concessi i domiciliari ed è stato dunque condannato a otto mesi per lesioni e resistenza a pubblico ufficiale aggravate. Nessun dubbio, scrive il giudice nelle motivazioni della sentenza, sulla responsabilità del soggetto che, nel momento in cui viene bloccato da due agenti, cerca di divincolarsi e colpisce con un calcio al ginocchio un agente che riporta una prognosi di dieci giorni. Ma "allo stato non vi sono elementi per ritenere che egli sia stato artefice di altri gesti delittuosi", in particolare del lancio di razzi e bombe carta. Gli stessi funzionari delle forze dell'ordine hanno testimoniato che il militante, aderente alla Rete antifascista, di sicuro in quel frangente "non poteva aver scagliato alcunchè perchè aveva le mani impegnate a reggere il plexiglas" con cui risulta ritratto in alcune immagini. Dunque, "non vi è prova che egli abbia agito come istigatore o come partecipe materiale o morale di eventi lesivi di ben più significativa portata subiti nel corso del pomeriggio da agenti impegnati in servizio di ordine pubblico".

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Insomma "non ci sono elementi che portino fondatamente a ipotizzare che le condotte altrui, da cui è derivato il ferimento di molti agenti, siano in qualche misura direttamente correlate con la condotta violenta" dell'antifascista contro il poliziotto che l'ha fermato. Il giudice richiama quanto detto in sede cautelare, ovvero la stigmatizzazione dell'essere "in prima linea in un corteo che già aveva rivelato intendimenti offensivi di particolare intensità". Tali valutazioni, però, non portano a superare "l'assoluta carenza di prove circa il suo personale coinvolgimento in altri episodi consumati nella medesima giornata". Queste considerazioni "inducono a ritenere che, a fronte delle modeste conseguenze lesive sicuramente connesse all'azione del manifestante", la richiesta di condanna alla pena di due anni del pm Antonello Gustapane  abbia accenti di "esemplarità che devono rimanere estranei a questa sede" dove si deve prendere in considerazione solo "la condotta processualmente accertata" e non "l'intera portata degli accadimenti".

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(agenzia Dire)

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