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Mercoledì, 17 Aprile 2024
Cronaca Zona Universitaria / Piazza Giuseppe Verdi

Scontri all'Università, dopo i due arresti oggi un nuovo corteo

Il Sindacato degli Universitari: "Va a scapito di tutti gli studenti che la biblioteca la vivevano ogni giorno, e che adesso, in piena sessione, non potranno utilizzarla"

Gli antagonisti dei collettivi universitari non mollano e oggi tornano in piazza. Dopo il corteo che li ha visti sfilare ieri sera da via Petroni fino alle Due Torri per poi riavvicinarsi alla zona universitaria e chiudersi in Piazza Verdi, oggi un nuovo appuntamento per la "battaglia del 36", il civico che ospita la biblioteca della Facoltà di Lettere, dalla quale sono stati smantellati i tornelli. Il bilancio degli scontri fra collettivi e Polizia è di due persone arrestate

OGGI UN NUOVO CORTEO. Si sono dati un nuovo appuntamento oggi alle 17.00 in Piazza Verdi: i collettivi universitari si uniranno "contro la Bologna  dell'austerità e della repressione". 

IL SINDACATO DEGLI UNIVERSITARI: "LE RESPONSABILITA' SONO DI TUTTI". "Molti fuori sede sono stati impestati di telefonate da parte di genitori preoccupati, increduli, allibiti. Chi avrebbe mai pensato che il luogo del know-how per eccellenza potesse diventare il ring più ambito allo scontro fra il corpo dello stato a un angolo e collettivi dall’ altro? Quale genitore avrebbe immaginato stamattina di dover pensare i propri figli in pericolo in una biblioteca, in un qualunque giovedì? Quale studente e quale studentessa avrebbero immaginato di doversi sentire in gabbia, intrappolati, impotenti di fronte a scene di violenza e pura ignoranza?" scrive in una nota il Sindacato degli Universitari. 

"Per noi le responsabilità per quanto successo ieri sono di tutti, nessuno escluso: del Rettore, per aver preferito l’intervento della Polizia piuttosto che il dialogo, della Polizia, per essere intervenuti violentemente, con manganelli, contro diversi studenti che erano lì solamente per studiare, e dei collettivi, che prima hanno vandalizzato una struttura che appartiene a tutti noi, e subito dopo hanno messo in forte pericolo, con un gesto a tratti egoistico, non solo la loro incolumità ma anche quella di tanti studenti inconsapevoli che sarebbero finiti in mezzo a un duello a colpi di sedie e manganelli. Ricordiamo a tutti i responsabili di questi giorni di terrore nel nostro Ateneo che tutto ciò va a scapito di tutti gli studenti la vivevano a pieno ogni giorno, e che adesso, in piena sessione, non potranno utilizzarla , sia per paura che possa tornare la violenza, sia perché sarà da risistemare.Come SindacatodegliUniversitari condanniamo quello che è successo ieri poiché crediamo che la violenza, da qualsiasi parte arrivi, non sia la risposta. Chiediamo con forza a tutti i responsabili del “pomeriggio di ordinaria follia” di ieri di fare un passo indietro, per il bene di TUTTI gli studenti, e di sostituire immediatamente la violenza fisica al dialogo, perché il nostro Ateneo non può essere sinonimo di terrore, dev’essere solamente sinonimo di cultura".

AZIONE UNIVERSITARIA. "A seguito dei tragici eventi che hanno colpito l’Università di Bologna lo scorso 9 febbraio, che hanno visto l’occupazione dei locali di via Zamboni 36 da parte di alcuni studenti appartenenti al Collettivo Universitario Autonomo, abbiamo presentato oggi una Mozione in Senato Accademico con richiesta al Rettore di espellere dall’Ateneo gli studenti coinvolti nei fatti, i quali si sono, a nostro avviso, macchiati di numerose violazioni, in particolare riguardo il Codice Etico e di Comportamento dell’Ateneo (Decreto del Rettore DR. n. 1408/14 del 01/10/2014)" fanno sapere da Azione Universitaria. 

"Abbiamo chiesto inoltre un tavolo di concertazione sulla sicurezza in Ateneo con la partecipazione delle Istituzioni Universitarie, la rappresentanza studentesca e il Comune di Bologna, volto alla prevenzione di fatti simili a quelli accaduti con, qualora necessario, un coinvolgimento diretto delle Forze dell’Ordine. Non possiamo fare a meno di ricordare i recenti casi di violenza, sempre ad opera di membri del CUA e dell’associazione ad esso collegata “Zeropuntozero”, peraltro ufficialmente riconosciuta presso l’Ateneo di Bologna come associazione studentesca. 

"A fronte della gravità dei fatti accaduti e dell’enorme danno d’immagine che l’eco mediatico della vicenda ha recato all’Università di Bologna, culla della cultura occidentale, riteniamo che una volta per tutte sia necessario intraprendere una linea dura che tuteli la maggioranza silenziosa di “veri studenti” ed allontani coloro che di studiare non hanno alcun interesse.  Presenteremo anche un testo simile al Ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli tramite il nostro gruppo consiliare all’interno del Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari". 

MICHELA MONTEVECCHI SUL 36. "Io non so se il 36 di oggi sia come allora, i miei ricordi si perdono lontano nel tempo. Però so che limitare l'accesso ad una biblioteca o ad una sala studio non porta mai conseguenze positive nel lungo periodo". Lo scrive su Facebook la capogruppo del Movimento 5 stelle al Senato Michela Montevecchi, che rievoca i suoi ricordi di studentessa. "Via Zamboni 36 è sempre stata molto di più di una biblioteca o di una sala studio. Da frequentatrice non assidua posso dire che sia nei momenti belli che in quelli piu' bui il 36 ha rappresentato un'esperienza umana collettiva, una fucina di idee e di progetti, un Think Tank spontaneo e autogestito in cui si sono incontrate menti belle e intelligenze vivide. Certo non e' mai stato tutto rose e fiori ma, del resto, anche la vita non è tutta lustrini e champagne".

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