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Cronaca

Covid in carcere, la direttrice della Dozza: "Il peggio sembra passato"

L'avvocato Elia De Caro di 'Antigone': "Problema sovraffollamento rimane"

Il boom di contagi registrato tra la seconda metà di novembre e fine dicembre sembra essere definitivamente alle spalle, ma anche se "al momento non registriamo particolari criticità, non possiamo abbassare la guardia, perché con la ripresa di alcune attività ovviamente i rischi aumentano".

Questo il quadro della situazione relativa al Covid-19 tracciato, ieri nel corso di una seduta di commissione in Comune a Bologna, dalla direttrice del carcere della Dozza, Claudia Clementi.

Nel suo intervento, Clementi spiega che al momento "abbiamo un solo detenuto positivo, e si tratta oltretutto di una persona giunta di recente", aggiungendo che anche i contagi tra gli operatori "si contano sulle dita di una mano, e sono comunque dovuti a contatti extra-lavorativi".

Sul fronte del personale, ricorda poi la direttrice, "a tutti viene fatto mensilmente il tampone molecolare a personale, e ora è in corso screening gennaio", mentre per quanto riguarda i detenuti la situazione è più problematica. Infatti, anche se "ora raramente superiamo le 700 presenze", i dati di fine dicembre, precisa poi l'avvocato Elia De Caro di 'Antigone', parlano di 671 detenuti, cifra comunque ben superiore alla capienza della Dozza, che non dovrebbe ospitare più di 500 persone.

E anche se "applichiamo le norme sulla detenzione domiciliare speciale e sui permessi in deroga, siamo sempre sul filo del rasoio, perché queste misure scadono il 31 gennaio e ad oggi non sappiamo se saranno rinnovate". Quanto poi ai rischi connessi alla ripresa di parte delle attività, Raffaella Campalastri, referente dell'Ausl per la sanità penitenziaria, cita come esempio il caso di un'insegnante che segue diverse classi di detenuti e che due giorni fa è risultata positiva.

Questo, dettaglia, "ci ha imposto di isolare i detenuti in questione e i loro compagni di cella, e anche se il primo tampone è risultato negativo per tutti, dobbiamo comunque aspettare 10 giorni in attesa di fare il secondo tampone". In ogni caso, assicura, "in generale la situazione relativa alla salute dei detenuti è molto buona".

Anche il Garante comunale dei detenuti, Antonio Ianniello, pone l'accento sulla necessità di non abbassare la guardia e auspica una proroga delle misure alternative alla detenzione, così come De Caro, che sottolinea "l'impossibilità di mantenere il distanziamento in strutture sovraffollate" e rileva "l'inefficacia dei provvedimenti del Governo nello sfollare le carceri".

Si spinge oltre, sul punto, Stefania Pettinacci dell'Osservatorio carcere della Camera penale bolognese, che spera addirittura in "amnistia e indulto, perché le attuali misure alternative sono inique, risibili e inefficaci, in quanto toccano una platea molto ristretta di detenuti e sono difficilmente applicabili a causa, ad esempio, della scarsità di braccialetti elettronici".

Sul fronte dei lavoratori, invece, i sindacati Sappe e Fp Cgil chiedono che venga rispettato scrupolosamente il calendario degli screening, e Salvatore Bianco della Fp Cgil auspica anche che "vengano adottate le mascherine Ffp2, più protettive, per tutte quelle attività in cui non è possibile mantenere il distanziamento". (Ama/ Dire)

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