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Cronaca

Covid, direttore Ausl Bologna: "Personale sanitario in crisi, sarà ridotta l'attività ordinaria"

Paolo Bordon, direttore generale dell'Ausl di Bologna parla di crisi e stanchezza negli ospedali. Si sta programmando un incremento dei posti di terapia intensiva, di conseguenza, sarà ridotta l'attività ordinaria

"Gli operatori sono stanchi e in crisi, li sto incontrando in questi giorni, anche per sentire i loro sfoghi" ma "non possiamo più tirare la corda per molto tempo". E' l'allarme lanciato da Paolo Bordon, direttore generale dell'Ausl di Bologna, intervenuto in videocollegamento alla 'Tre giorni del clero' organizzata dalla Curia di Bologna. Soprattutto nei reparti di terapia intensiva e di rianimazione, spiega il direttore, "c'è un rimbalzo psicologico slle persone. Succedono storie che gli operatori non sempre sono abituati a gestire per così lungo tempo. C'è davvero molta pressione" anche perchè "volevamo consentire loro di avere almeno una settimana di riposo a testa durante il periodo natalizio, ma non è stato possibile farlo per tutti, perchè il calo atteso della pandemia non c'è stato".

Già un paio di settimane fa Bordon aveva previsto "un mese di gennaio molto complicato" e i ricoveri nella regione che superano il limite fissat dal Ministero della Salute. 

Per questo, insieme al Policlinico Sant'Orsola, l'azienda sanitaria sta programmando un incremento dei posti nei reparti di terapia intensiva, che già ora sono "vicini alla saturazione". Di conseguenza, sarà ridotta l'attività ordinaria negli ospedali.

Posti letto

Sono 120 i posti letto di terapia intensiva e semi-intensiva disponibili tra Ausl e Sant'Orsola, di cui occupati sono 110. "Quindi siamo vicini alla saturazione- avverte Bordon- stiamo programmando un'espansione di questa offerta perchè purtropppo ci aspettiamo una recrudescenza intorno alla fine di gennaio. Speriamo non sia un picco come quello di inizio dicembre".

In ogni caso, anticipa il direttore Ausl, "se dovremo rinforzare per questa recrudescenza prevista, qualche taglio all'attività programmata saremo costretti a farlo". Fino a prima di Natale, ricorda invece Bordon, l'attività chirurgica è stata ridotta "solo di un terzo" e quelle ambulatoriali "sono state garantite tutte". Secondo i modelli previsionali dell'Ausl, spiega il direttore, nelle prossime settimane "agiranno due o tre fattori. Determinanti saranno le scelte operate a livello centrale e locale sulla circolazione dei cittadini". Secondo Bordon, "se ci sarà un ritorno alla più ampia circolazione, dovremo gestire questa fase pandemica per alcuni mesi ancora". Se invece "ci sarà certo rigore, tipo zona arancione- afferma il numero uno dell'Ausl- pensiamo che a fine marzo o inizio aprile le cose dovrebbero migliorare". Anche perchè "nel frattempo stiamo vaccinando, le persone che sono state malate generano anticorpi e ci si avvia verso la bella stagione".

Focolai 

Il direttore Bordon ribadisce poi che al momento la maggior parte dei focolai attivi riguarda le famiglie. "L'80% dei contagi viene da lì - conferma - la circolazione del virus avviene dai giovani alle persone adulte. Quindi la fascia di età dei ragazzi è la più colpita: sono in maggior parte asintomatici o con qualche linea di febbre, che magari vanno a trovare i nonni. E lì abbiamo i problemi". In questa seconda ondata, rileva il numero uno dell'Ausl, "abbiamo avuto più decessi della prima, perchè la pandemia non dà tregua. Ma abbiamo anche un'età media più bassa, a dimostrazione che quando il contagio avviene in famiglia, colpisce persone dai 50 anni in su e molti necessitano del ricovero. Abbiamo visto anche che alcune categorie di soggetti, anche apparentemente sani, sono più esposti di altri".

Sul territorio di Bologna, spiega ancora Bordon, "abbiamo toccato il picco a inizio dicembre con circa 800 ricoveri. Dopo siamo scesi intorno ai 750, ma non siamo più calati". Al contrario della prima ondata, infatti, "quando ci fu un crollo abbastanza veloce dei ricoveri a fine aprile, questa volta non è successo, l'altra volta siamo stato in regime di lockdown duro, questa volta invece le restrizioni non sono state tali da bloccare tutto e non sufficienti a far regredire la pandemia. E in questo momento siamo in una situazione di ripresa della pandemia". Gli attuali 720 ricoveri circa sono "più o meno stabili", mentre sul territorio sono in crescita i contagi. "Oggi abbiamo circa 6.700 persone con la malattia in corso - spiega Bordon - per fortuna la maggior parte è gestita a domicilio". (dire) 

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