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Cronaca

Covid seconda ondata, la psicologa: "Più dura di marzo, prevalgono rabbia, apatia e rassegnazione"

Ilenia Brizzi : "La paura ci attrezza a stare attenti per noi e per gli altri. Sull'estremo opposto abbiamo comportamenti non funzionali per gestire l'emergenza"

L'estate forse ce lo aveva fatto un po' dimenticare l'incubo del Coronavirus e adesso, dopo un periodo di oblio, ci ritroviamo a fare i conti con i morti, i bollettini (qui i numeri di ieri), le limitazioni e i dpcm con le annesse conferenze stampa del premier Giuseppe Conte in diretta sui social. Ma è vera l'impressione che questa volta sia più dura da un punto di vista psicologico? Eppure la pandemia oggi la conosciamo, mentre lo scorso inverno rappresentava un'esperienza titalmente inedita e sconosciuta. 

Il paradosso: "Abbiamo bisogno degli altri, ma gli altri possono contagiarci"

"Evitare di isolarsi, nel rispetto delle norme, è fondamentale - spiega la psicologa e psicoterapeuta Ilenia Brizzi - l'essere umano è un animale sociale che ha bisogno di relazioni e adesso il nostro sistema nervoso si trova dinnanzi a un paradosso perchè l'altro di cui ha bisogno è anche l'altro che lo può contagiare. Le mascherine e il distanziamento ci aiutano, ma dobbiamo anche scambiarci e trasmetterci segnali di sicurezza positivi usando toni di voci accoglienti, che possono avvolgere quanto un abbraccio. Dobbiamo stare nel qui e ora, magari programmando delle piccole azioni di routine che ci facciano ritornare alla prevedibilità. Dobbiamo evitare di farci la guerra tra di noi, bensì considerare nemico comune il Covid-19".

Coronavirus: cosa dice l'ordine degli psicologi 

Ma come stiamo reagendo in questa nuova fase secondo lei? Generalizzando si può dire che la stiamo prendendo peggio rispetto alla prima ondata? Perchè? Le emozioni prevalenti di questa fase sono rabbia (e lo abbiamo visto in alcune manifestazioni di piazza che sono approdate anche ad atti di violenza), paura, apatia e rassegnazione. E volte anche la negazione con casi di disturbi conclamati quali ansia e disturbi del sonno. Ciò accade in generale perchè nonostante conosciamo il fenomeno non riusciamo a fronteggiarlo. E perchè ci troviamo impossibilitati a fare programmi e sentiamo la perdita di libertà. Altra cosa, durante il lockdown di marzo eravamo più o meno tutti nelle stesse condizioni mentre adesso c'è disparità fra categorie per esempio, siamo tutti nella stessa tempesta ma su barche diverse. 

Coronavirus e i tempi di superamento del trauma

Adesso siamo più in difficoltà per un fenomeno noto in psicologia dell'emergenza. Un esempio. Pensiamo a catastrofi come i terremoti o l'uragano Katrina, abbattutosi sugli Stati Uniti nell'agosto del 2005: nei giorni immediatamente successivi al trauma le persone riescono a reagire bene, mentre il disagio psicologico si manifesta dopo anche dei mesi...Quindi lo stare bene dopo un trauma collettivo che ha colpito alcuni direttamente con lutti o grosse perdite economiche che vede tutti come potenziali vittime di sesto tipo, mette nella condizione psicologica per la quale anche io mi sarei potuto ammalare di Covid-19". Ricordiamo che un trauma è una esperienza minacciosa estrema di fronte alla quale l'individuo si sente impotente.

"In tutto questo, il Covid ci colpisce proprio nelle nostre risorse perchè adesso non è possibile cercare il sostegno nell'abbraccio e nei gesti che conoscevamo. Ora il sostegno che avviene con il contatto ci viene tolto e ci dobbiamo riadattare con la distanza. Inoltre questo nemico è invisibile e quindi noi sovrastimiamo o sottostimiamo il rischio, ciò lo rende più pesante rispetto ad altre catastrofi". 

Cosa possiamo fare quindi per superare al meglio questo momento difficile? "Evitare di isolarsi è fondamentale, per quanto possibile: abbiamo molti modi per comunicare e stare vicini, bisogna ritrovare gentilezza e solidarietà. Qualora si senta il bisogno di un aiuto specifico per i propri vissuti bisogna rivolgersi a professionisti della salute, come psicologi e medici. E poi limitare i momenti della giornata dedicati all'informazione (non guardare ossessivamente telegiornali e speciali) evitando la fascia oraria serale, quella che precede il sonno. Anche i social andrebbero evitati perchè lì ci troviamo di fronte a notizie o non-notizie sul virus senza cercarle, semplicemente scrollando la bacheca. E poi ci sono tecniche utili di meditazione e di respirazione. Suggerisco per esempio la cosiddetta respirazione quadrata"

Gli ultimi dati che ci riguardano: il bollettino dell'emilia-Romagna

Positivi al Covid-19: c'è anche Bonaccini 

La respirazione quadrata: 

RESPIRO QUADRATO-2

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