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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Loiano: Zanardi e gli altri in un talk show al Centro Riabilitazione al Cammino

“Noi Superumani”: campioni dello sport e della vita, ieri al C.R.C Casalino di Loiano (Bologna), per testimoniare con la loro storia, l’importanza del Centro Riabilitazione al Cammino Casalino, quale riferimento d’eccellenza nazionale per chi ha subito un’amputazione

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di BolognaToday

“Noi Superumani”: campioni dello sport e della vita, ieri al C.R.C Casalino di Loiano (Bologna), per testimoniare con la loro storia, l’importanza del Centro Riabilitazione al Cammino Casalino, quale riferimento d’eccellenza nazionale per chi ha subito un’amputazione.

Noi Superumani” è il titolo del talk show che ha visto protagonisti i magnifici sei: Alex Zanardi, le atlete paralimpiche Beatrice Vio e  Martina Caironi, Roberto Bruzzone, il camminatore con la gamba in spalla e le storie uniche e a lieto fine di Roberto Camelia e Luigi Valietti. Oltre le difficoltà. Sei storie straordinarie: l’emblema del “se si vuole, si può”, della forza dentro. L’esempio “visibile” di un’infinità di vite “invisibili” ma pure straordinarie, da “dietro le quinte” ma davanti a spingere contro il destino avverso. Se ne parla oggi al Centro di Riabilitazione al Cammino Casalino di Loiano (Bologna) in un evento sostenuto da Ottobock, Gruppo multinazionale leader nel panorama mondiale della tecnica ortopedica e della riabilitazione.

 “Il Centro di Riabilitazione al Cammino Casalino – dichiara Alessandro Coppi, A.D. di Ottobock Italia e Presidente del CRC Casalino – è una struttura dove ogni intervento è pensato intorno al paziente, dove la forza è rappresentata dall’esperienza del personale che lavora da anni e conosce i limiti delle risposte offerte fino ad oggi dal sistema. Un luogo dove l’alta tecnologia di Ottobock, si adatta all’uomo e ai suoi bisogni attraverso il lavoro di un team multidisciplinare (medici, infermieri, fisioterapisti e tecnici ortopedici) dove l’obiettivo è dare una soluzione concreta alla mancanza di presa in carico strutturata della persona amputata, a partire dal post-chirurgico fino ad arrivare ad una riduzione consistente dei tempi di recupero.”

Il Centro di Riabilitazione al Cammino, attivo a Loiano, a pochi Km da Bologna, dal 2012, in un contesto sanitario difficile per le regioni italiane, si sta affermando sempre più a livello nazionale come un punto di riferimento per un problema sottovalutato, se si pensa che il fenomeno delle amputazioni in Italia registra solo per i casi più gravi di amputazioni trans-femorali circa 4.000 interventi all’anno. Le cause dell’amputazione dell’arto inferiore sono molteplici. Di queste fanno parte malattie dei vasi, conseguenze di ferite, tumori maligni, infezioni, malformazioni congenite e incidenti. La stragrande maggioranza delle amputazioni (80%) è, però, da ricondurre a disturbi della circolazione arteriosa: di questi fanno parte l’arteriopatia, l’insufficienza venosa cronica e altre malattie infiammatorie croniche dei vasi, o complicanze di malattie in grande espansione epidemiologica quali il diabete mellito. Proprio per quest’ultime l’Emilia Romagna, dal 2003 al 2012, risulta esser tra le regioni più colpite in Italia: terza in classifica con 4129 casi, dopo Lombardia con 10817 amputazioni e Sicilia con 4797. Per qualsiasi tipologia di amputazione secondo gli esperti, i pazienti hanno bisogno di essere presi in carico da un team multidisciplinare di professionisti medici, in grado di costruire un progetto di recupero personalizzato. Tale percorso dovrebbe partire ancor prima dell’intervento chirurgico e prevedere la riabilitazione post operazione, passare alla consegna rapida di una protesi definitiva, ed arrivare ad insegnare come “usare” al meglio la protesi, mettendola a punto in base alle esigenze ed alle sensazioni individuali. I tempi di recupero, infatti, sono un aspetto fondamentale per il paziente, per la sua qualità di vita in funzione di un suo reinserimento come soggetto attivo sia da un punto di vista sociale che economico per il ritorno al lavoro. Ad oggi in Italia spesso questo percorso si dimostra difficile e tortuoso sembra più adatto a dei supereroi ed è qui che intende intervenire il CRC cercando il più possibile di ottimizzare tutti gli aspetti da considerare, con l’obiettivo di ridurre drasticamente il percorso di recupero e mettere letteralmente in piedi le persone in tempi brevi.

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