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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Cucine popolari alla Dozza con il cibo internazionale: "Inclusione assoluta"

Non solo i volontari proporranno pietanze "interculturali" ai detenuti, ma le spiegheranno anche in diverse lingue, dal romeno, all'arabo

Le Cucine Popolari, le mense sociali con diversi punti in città, "reduci" dal tradizionale pranzo di Ferragosto per i più fragili, hanno risposto all'invito di Rosa Alba Casella, direttrice del carcere di Bologna, e porteranno i sapori della loro terra ai detenuti stranieri: "Da sempre, da quando le Cucine Popolari hanno iniziato la loro attività di volontariato, ci siamo posti un obiettivo poi divenuto un principio etico fondamentale per tutti i nostri volontari e amici: dare sostegno e accoglienza a chi, per diversi motivi, non riesce a garantirsi nemmeno un pasto caldo, senza distinguo di provenienza geografica, culto religioso e orientamento sessuale. La cifra della nostra accoglienza risiede soprattutto nel non discriminare nessuno: la nostra solidarietà non ha bandiere né  colore", dice a Bologna Today Roberto Morgantini, patron della mensa sociale, e che in carcere è entrato per la prima volta tanti anni fa. 

"Abbiamo sposato un'idea di inclusione assoluta. Per questo motivo - mercoledì 24 agosto - abbiamo accolto con entusiasmo l'invito ad entrare nell'istituto penitenziario bolognese, con le nostre Cucine, affinché i detenuti, soprattutto quelli di altre nazionalità, possano, anche se solo per un giorno, riassaporare i sapori della loro terra e sentirsi così un pò meno distanti dalle proprie origini". 

Ma non è tutto: non solo i volontari proporranno pietanze "interculturali", ma le spiegheranno anche in diverse lingue: dal romeno, all'arabo. 

"Riteniamo che, senza entrare nel merito dei singoli procedimenti giudiziari - fanno sapere dalle Cucine - è fondamentale manifestare, anche con sporadici episodi, la nostra solidarietà anche ai detenuti, ricordando, a loro e alla società civile, di continuare a far parte sempre e comunque del genere umano. Mercoledì al carcere Dozza porteremo, se non il sapore della libertà, almeno il gusto della solidarietà, e di questo ne siamo già orgogliosi". 

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