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Cronaca

Partono diffide No tram, Priolo: "Pronta ad accettare scuse da chi mi ha offesa"

Marco Lisei di FdI pubblica una lettera con cui si chiedono 20mila euro a un utente della pagina Facebook "Attacchiamoci al tram". L'avvocata La Torre: "Vittima sempre chi riceve odio, non chi lo sparge"

Comincia la battaglia annunciata dal sindaco Virginio Merola e dall'assessora alla Mobilità del Comune di Bologna, Irene Priolo, contro le offese social da parte di chi non vuole il tram: il conto rischia di essere salato, visto che si parla di 20mila euro. A tanto ammonta il risarcimento chiesto da un avvocato per conto di Priolo, stando alla lettera diffusa su Facebook da Marco Lisei (Fdi).

La diffida

La comunicazione è rivolta all'autore di un commento pubblicato il 25 agosto scorso sulla pagina del comitato Attacchiamoci al tram: "Non sono idioti, sono furbi e in assoluta malafede". Il legale scrive che Priolo ha documentato di essere stata "vittima di gravissime offese personali lesive del proprio onore, della propria reputazione e della propria dignità personale". Il commento è caratterizzato da "toni lesivi, offensivi, denigratori e in totale spregio della legge", scrive l'avvocato, aggiungendo che l'unico effetto della frase citata è quello di offendere l'assessore e "diffondere sentimenti di odio".

Premesso ciò, "il danno patrimoniale e non patito dalla mia assistita, alla luce dei criteri tabellari di legge - continua la lettera - tenuto conto della grave e ingiustificata lesività delle offese, dell'alta diffusione di quanto scritto, della notorietà e della carica ricoperta da Priolo è pari a 20mila euro". La missiva serve quindi a chiedere "formalmente l'immediata refusione dei danni", oltre al pagamento delle spese legali, nonché a diffidare l'autore del commento "dal compimento di azioni che possano arrecare ulteriori pregiudizi, patrimoniali e non, alla mia assistita". Il legale dà dieci giorni di tempo per valutare una soluzione transattiva, altrimenti si passerà al procedimento di mediazione e, se questo andasse a vuoto, se ne riparlerà in Tribunale.

Insomma "è arrivata la prima diffida", scrive Lisei su Facebook, aggiungendo che quella citata "a mio avviso non è una diffamazione": seppur "aspra, mi sembra una libera espressione di critica politica. È un parere del tutto personale, certamente sbagliato, ma io non vedo diffamazione". Inoltre, la richiesta di 20mila euro "per la mia esperienza personale è esorbitante", scrive l'esponente di Fdi, che è avvocato.

L'auspicio di Lisei è che Priolo si fermi, "perché nel confronto aspro è persona di cui ho sempre apprezzato l'ironia e la capacità di tenere ben distinto il piano personale da quello politico. Andare avanti con azioni legali nei confronti di cittadini, anche qualora avessero sbagliato, a mio avviso non farebbe bene al rapporto tra cittadini e amministrazione".

L'assessora Priolo: "Accetto lettera di scuse"

Intanto sono partite le diffide e le richieste di risarcimento, ma Irene Priolo spiega di essere disposta anche ad "accettare un impegno concreto a usare un altro tipo di linguaggio e una lettera di scuse". Non è l'unica, pero', spiega la stessa Priolo: "Come annunciato un mese fa sono partite le prime lettere di diffida nei confronti di cittadini che, invece che usare il loro legittimo diritto di critica, mi hanno insultata". Si tratta di 30 lettere. Con frasi, riporta l'assessore, del tipo: "Priolo e' da Tso, una gallina, corrotta, bambola al soldo delle cooperative, impagliatela, va internata, eliminata con ogni mezzo e via dicendo".

È a fronte di attacchi di questo genere che Priolo ha deciso di inviare le diffide, sottolineando che per quanto riguarda l'entita' dei risarcimenti "le richieste sono quantificate alla luce di criteri orientativi basati sulla giurisprudenza in tema di offese sui social e rese pubbliche dal Tribunale di Milano". Inoltre, il procedimento "è comunque soggetto a una mediazione e in verità io, che non ho alcun interesse per il denaro - scrive- accetterei ben volentieri una lettera di scuse, un impegno a non ripetere quegli insulti nei miei confronti e in special modo nei confronti dei tecnici del Comune".

La reazione del Comitato

Anche il comitato Attacchiamoci al tram reagisce, condividendo il post di Lisei e sottolineando che "quando un amministrazione minaccia i cittadini c'e' qualcosa che non funziona". Continua il comitato: "Siamo solidali con Priolo se qualcuno l'ha offesa, e sara' giusto che ne risponda, ma spedire delle lettere chiedendo già un risarcimento su basi che ci lasciano molto ma molto perplessi" trasmette il messaggio "che i cittadini bolognesi non possono manifestare o criticare chi vuole a tutti i costi imporre questo progetto assurdo". Detto ciò, "non ci facciamo minacciare da nessuno, figuriamoci da queste lettere piene di cose buttate a caso solo per fare mucchio e spaventare i cittadini. Abbiamo anche noi i nostri legali- continua il post- e tuteleremo tutte le persone innocenti che hanno solo espresse una critica politica". Con queste lettere "è morta la democrazia a Bologna", aggiunge il comitato, che ripubblica il post di agosto che genero' il commento 'incriminato' per dimostrare che non si nomina Priolo.

L'avvocata La Torre: "Non confendete: vittima sempre chi riceve odio" 

"Una assessora - scrive la legale che difende il Comune in questa "battaglia di civiltà" - da mesi riceve insulti di questo tipo: gallina cretina, bambolina al soldo dei corrotti, demente da internare, fatele un tso. Dopo mesi si è ribellata e si è rivolta a Odiare Ti Costa. Per suo conto sono state inviate delle lettere a dei cittadini che invece di criticare l’hanno insultata - continua -  perché demente da internare in manicomio o gallina corrotta non è una critica ma un insulto".

"Una delle lettere è subito stata pubblicata dal Consigliere Comunale Marco Lisei, quello che è andato a leggere i campanelli dei cittadini stranieri assegnatari di case popolari, ve lo ricordate? Si - chiosa La Torre - perché il paladino di questi cittadini incapaci di criticare ma capacissimi di insultare chi è? Il consigliere di Fratelli d’Italia perennemente candidato a qualcosa, adesso alle elezioni Regionali. Il quale ha pubblicato su fb la lettera inviata a uno di quei cittadini. A che titolo pubblica una corrispondenza fra un legale e una persona diffidata? - si chiede la legale - In qualità di suo legale? Me lo chiedo perché se così fosse ci sarebbe da discutere sulla deontologia della condotta. A titolo politico? Per confermare che il comitato No al tram è un comitato con chiaro orientamento politico: fratelli d’italia? Infine - prosegue - la richiesta di 20mila euro non è stata inventata ma calcolata sulla base di criteri pubblicati dal Tribunale di Milano tenendo conto della giurisprudenza in materia di offese sui social.

!Ma L’assessora accetterebbe ben volentieri una lettera di scuse e del volontariato in una associazione che lavora nelle scuole contro il cyberbullismo invece che un assegno! Quale operazione meschina e inutile è cercar di far passare un hater per vittima? Quale operazione controproducente è dare addosso a una vittima di insulti che alza la testa e dice basta? Non cadete in questo gioco: la vittima è sempre chi riceve odio non chi lo sparge".

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