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Cronaca Imola

Crisi a Imola, sindaca formalizza le dimissioni: "M5S è morto"

Duro affondo della ormai ex prima cittadina, che chiama in causa la 'fronda' interna e Massimo Bugani. La Lega plaude al gesto. L'ex assessore alla sicurezza la attacca: "Doveva chiarire i suoi rapporti con la Lega"

La sindaca di Imola Manuela Sangiorgi, del Movimento 5 Stelle, si è dimessa dal consiglio comunale, dimissioni anticipate ieri sera in un comizio. E mentre sulla città piove lo spettro di un nuovo commissariamento, il clima in municipio è rovente, in un crescendo di tensioni e attacchi incrociati. Il più bruciante è lo scontro all'interno del M5S imolese, profondamente spaccato da tempo, (non ultimo un caso sollevato dalla ex candidata del Pd Carme Cappello, ndr) ma che ha vissuto la rottura definitiva con la sindaca solo nelle ultime settimane.

E' la stessa prima cittadina a dare alcune spiegazioni: su tutte, il suo motivo di rassegnare le dimissioni si è concretizzato perché -sostiene- all'interno della propria maggioranza era diventato un continuo di attacchi alla sua figura. "Presentavano ordini del giorno senza avvisarmi" cita Sangiorgi nel corso di una lunga intervista alla emittente E'tv, puntando l'indice proprio con la 'fronda' di assessori da tempo in disaccordo con la sindaca.

Ma le stilettate più velenose sono rivolte ai vertici del movimento nazionale: "Sono stata lasciata sola, e anche quanto 20 sindaci del Pd mi hanno portata al Tar -e ho vinto- nessuno ha detto niente, doveva essere una cosa nazionale, e invece...". A questo "muro", secondo la sindaca, "in buona parte ha contribuito anche  Massimo Bugani", chiamando così in causa il cofondatore dell'associazione Rousseau, per poi lasciarsi andare alla frase, pesantissima: "Il M5S è morto, e morto il giorno stesso in cui è morto Gianroberto Casaleggio. Abbiamo visto appropriarsi di ruoli apicali da parte di persone senza arte né parte, perdere sei milioni di voti in un anno e fare finta di niente".

A pesare -dichiara Sangiorgi- è quindi anche l'alleanza strategica con il Pd. "Questo trasformismo, mi ha distrutto dentro. Non è possibile che fino a qualche giorno fa al Pd contestavamo mafia capitale e poi ora invece ci facciamo il governo assieme".

Dichiarazioni, quelle della ormai ex sindaca Sangiorgi, raccolte con favore, applaudite e rilanciate dalla Lega imolese. Per il segretario della Lega Romagna Jacopo Morrone quella della prima cittadina è stata "una decisione coraggiosa" e che "mette sul banco degli imputati Pd e M5s".

Parole diverse invece quelle spese da Anna Maria Bernini, senatrice di Forza Italia: "Le dimissioni della sindaca grillina di Imola, Manuela Sangiorgi, dopo appena un anno dall'elezione, confermano l'impossibilità dei 5 Stelle di trasformarsi da movimento di protesta in forza di governo, e non è certo una novità". Bernini poi incalza: "Si delinea chiaramente uno scenario in cui solo il centrodestra e' in grado di proporre una coalizione forte e vincente" dove "il contributo di Forza Italia sarà fondamentale per espugnare questa anacronistica roccaforte rossa".

Dimissioni sindaca Imola, ex assessore: "Mai chiariti rapporti con la Lega"

Intanto anche un ex assessore della Giunta imolese dà la sua valutazione su quanto sta accadendo. E' Ezio Roi, il primo degli assessori che lasciò la giunta Sangiorgi per divergenze a risollevare il caso delle relazioni sindaca-Lega. "Ho lasciato perché mi sono accorto che eravamo partiti con il piede sbagliato, ho subito capito che le cose sarebbero andate a finire male" e in particolare per 'colpa' del fatto che "non c'è stata chiarezza su alcune cose importanti: la sindaca ad esempio non ci ha detto che il suo compagno era un importante membro della Lega imolese", Simone Carapia.

E' questa, dice Roi (intervistato oggi da 7Gold), una delle cose "nascoste o non dette chiaramente che avremmo dovuto sapere come consiglieri e come assessori e questo ha determinato una politica schizofrenica: io mi sentivo attaccato dalla Lega con argomenti che chiaramente non potevano che venire dall'interno della giunta". E il successore di Roi è stato un assessore "vicinissimo alla Lega".

Tutto il rapporto Sangiorgi-Carroccio "andava chiarito anche prima" delle elezioni, prima "di determinare la candidatura" e i 5 stelle "hanno sbagliato nella misura in cui lei (Sangiorgi, ndr) non ha detto" ciò che doveva comunicare su una "questione politica, non morale. Se ho come compagno un appartenente di spicco e di punta di un partito che non mi appartiene e mi fa campagna elettorale contro... questo lo si deve sapere". E dunque oggi Sangiorgi non incolpi il Pd "che non ha assolutamente fatto una opposizione aggressiva, ma soft".

Semmai, per Roi, nella vicenda imolese, hanno peccato i vertici M5s "nei confronti della sindaca: sono stati molto pazienti, lei ha fatto cose contrarie allo statuto e cosa da modificare in fretta, a Roma non lo hanno fatto, le hanno dato tempo e lei ha continuato sulla sua strada".

Quando lasciò la giunta, l'ex pretore parlò di "idee diverse su come affrontare il problema della sicurezza in città". Poi disse anche: "Spero che a Imola non si realizzi la convergenza tra Lega e Movimento 5 stelle che vediamo a Roma, ma temo che sia così, perché purtroppo c'è un'influenza rilevante della Lega sul sindaco Manuela Sangiorgi e su qualche consigliere, anche se non credo sugli assessori". Al posto di Roi fu chiamato il segretario regionale del Sap (Sindacato autonomo di Polizia) Andrea Longhi e anche lui, per i suoi trascorsi giudiziari, aumentò gli attriti con i 5 stelle.

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