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Cronaca

Malattie infettive, stessi protocolli su tutto il territorio: a Bologna il "Dipartimento per la Gestione integrata", primo in Italia

Un progetto che mette in relazione tutte i saperi in tema di rischio infettivo, con un approccio unico e più omogeneo per tutti i pazienti

Competenze scientifiche e sanitarie in comune, o meglio in rete su tutto il territorio metropolitano. E' il Dipartimento interaziendale per la Gestione integrata del Rischio Infettivo, un progetto che mette in relazione tutte i saperi in tema di salute, con un approccio egualitario e più omogeneo per tutti i pazienti, illustrato questa mattina in video-conferenza stampa con Giuliano Barigazzi, Presidente della Conferenza territoriale sociale e sanitaria metropolitana, Raffaele Donini, Assessore regionale alle Politiche per la salute, Chiara Gibertoni, Direttrice Generale Policlinico di Sant'Orsola, Pierluigi Viale, direttore Malattie infettive - Policlinico di Sant'Orsola, Paolo Bordon, direttore dell’Ausl di Bologna, Andrea Rossi, direttore generale dell'Ausl di Imola e Anselmo Campagna, direttore Generale all'Istituto Ortopedico Rizzoli.

"L'approccio non è solo legato alla pandemia da covid, anche se i segnali c'erano tutti - ha sottolineato Barigazzi - le malattie infettive un ricordo del passato, come abbiamo visto negli ultimi 10-15 anni con tante avvisaglie, sars, aviaria, suina, hiv, poi è arrivata la più devastante". 

Si uniscono "le competenze per portarle fino alle esigenze territoriali e nelle CRA - ha spiegato il direttore generale di Ausl Bologna, Paolo Bordon - con un livello di attenzione più alto". 

"Sostengo questo progetto che nasce a Bologna ed è il primo in Italia - ha detto l'assessore Donini - ha le ambizioni giuste - ovvero - mette insieme eccellenze, cura, prevenzione, studio e ricerca". 

"Ho imparato che la gestione di una pandemia dal punto di vista medico è difficile, ma quello politico lo è molto di più, io sono pagato per occuparmi della salute, chi governa si deve occupare del benessere, della qualità della vita e del reddito. I cittadini mostrano stanchezza, i nostri figli sono diventati insopportabili, alcune attività produttive rischiano di non riaprire, ma abbiamo già fatto un milione di prime dosi con 500mila casi di covid diagnosticati, quindi tutti immuni su una popolazione regionale di 4milioni e mezzo di persone, non siamo lontanissimo dall'immunità di gruppo". 

"Le CRA hanno pagato un prezzo altissimo"

"Non sapevamo che le Cra fossero un vaso di Pandora, dove si annidava un livello di fragilità impressionante - continua Viale - hanno pagato un prezzo altissimo, quindi è necessario andare dall'interno verso la comunità con lo stesso protocollo a Bologna e a Vergato. Le malattie infettive sono figlie della storia, la nostra vita è cambiata negli anni 80 con l'Aids e cambierà con il covid". Quindi la parola d'ordine è multidisciplinarità per l'approccio alle malattie infettive: "I pazienti non sono scatole in cui mettiamo delle medicine, le terapie antimicrobiche non possono essere gestite solo a letto, ma è necessario dosare l'uso di risorse e antibiotici, se non vogliamo che i figli dei nostri figli vivano in un epoca post antibiotica, in cui si morirà di polmonite". Ora, spiega Viale: "Al 20 aprile, la curva dei casi di covid nelle residenze per anziani è entusiasmante, ci sono alcuni focolai, ma ridotti. E' il trionfo della vaccinazione". Per ora però "aprire ai parenti è un passaggio da meditare - meglio quanto - sarà vaccinato il 70% popolazione". 

Il Dipartimento per la Gestione integrata del Rischio Infettivo: in sintesi

Le funzioni di Malattie infettive, Microbiologia e Medicina del Lavoro confluiscono in un unico dipartimento interaziendale tra Sant’Orsola, Azienda USL di Bologna, Azienda USL di Imola e Istituto Ortopedico Rizzoli per fornire a tutto il territorio metropolitano a partire dal Medico di Medicina Generale, passando dalle Case residenze anziani e Case della Salute, agli Ospedali metropolitani per la diagnosi e la cura delle patologie infettive. A dirigerlo il professor Luigi Viale, direttore Malattie infettive - Policlinico di Sant'Orsola: "Il covid ha messo a nudo tutte le nostre fragilità ma ha rafforzato l'idea di una rete di gestione delle malatttie infettive con ancora più forza" spiega il professore, quindi no alle "torri della medicina chiuse in sè stesse, le aree con un'idea medicina di comunità hanno retto meglio".

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In pratica opereranno in maniera sinergica e coordinata nel nuovo dipartimento: Malattie infettive; Microbiologia; Medicina del Lavoro; integrate da altre strutture: 
- stewardship antimicrobica per definire le linee di principio della prescrizione e della somministrazione degli antimicrobici a tutti i livelli della catena assistenziale, dalla medicina di comunità fino alle Unità Operative di massima complessità di tutti gli ospedali; 
- farmacologia clinica, finalizzata a realizzare due importanti obiettivi terapeutici, stabilire la terapia “tagliata su misura” per ogni singolo paziente ed ogni specifico sito di malattia e costituire il passaporto farmacogenetico per una più precoce identificazione del rischio di tossicità; 
- gestione delle emergenze epidemiologiche, il cui ruolo è stato ampiamente dimostrato dell’evento pandemico. Ogni organizzazione sanitaria deve dotarsi di un supporto culturale ed operativo per essere sempre pronta ad adattarsi alle necessità epidemiologiche, dalle misure di profilassi, all’utilizzo dei vaccini, alle modificazioni strutturali; 
- gestione della rete infettivologica, struttura il cui compito sarà coordinare le attività consulenziali su tutti gli ospedali della rete metropolitana; 
- infine, due nuovi programmi, uno per la gestione integrata delle infezioni osteoarticolari in stretta collaborazione con l’Istituto Ortopedico Rizzoli ed uno legato al rischio infettivo nei trapianti di organo solido e di midollo affiancheranno i due già esistenti per la gestione clinico-terapeutica delle epatiti croniche, e la gestione integrata dell’infezione da HIV.

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