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Cronaca

Dopo Bologna e Firenze, direttiva anti-degrado in tutta Italia: più potere ai prefetti

I due capoluoghi "fanno scuola". Il Ministro Salvini dà maggiori poteri ai prefetti, nel caso i sindaci non riescano a garantire il controllo delle zone più calde delle città. Ed è polemica

"L’esperienza nei territori ha evidenziato l’esigenza di intervenire con mezzi ulteriori ogni qual volta emerga la necessità di un’azione di sistematico 'disturbo' di talune condotte delittuose che destano nella popolazione un crescente allarme sociale - si legge ancora nella direttiva - A tale ultimo riguardo, uno dei temi di principale attenzione è quello delle cosiddette 'piazze dello spaccio', il cui effettivo smantellamento presuppone l’inibizione alle aree maggiormente interessate dalla perpetrazione di tali illeciti".

"L’obiettivo di salvaguardare, consolidandoli, i risultati raggiunti grazie alle nuove linee di intervento e strategie operative promosse negli ultimi mesi e realizzate anche attraverso una sempre più incisiva azione da parte delle Forze di polizia si impone all’attenzione dei custodi della sicurezza come improcrastinabile, al punto che, laddove non sia già stato perseguito utilizzando le possibilità offerte dal suddetto 'pacchetto' normativo, ben può giustificare il ricorso ai poteri di ordinanza, funzionali a potenziare l’azione di contrasto al radicamento di fenomenologie di illegalità e di degrado che attentano alla piena e civile fruibilità di specifici contesti cittadini", prosegue il ministro nella direttiva.

"Tali strumenti di natura straordinaria, contingibile ed urgente, si pongono nel catalogo degli interventi astrattamente possibili per il conseguimento delle finalità indicate come un prezioso ausilio alle politiche locali in atto - sottolinea la direttiva - A tal fine, è stato localmente sperimentato con successo il ricorso a provvedimenti prefettizi che vietano lo stazionamento a persone dedite ad attività illegali, disponendone l’allontanamento, nelle aree urbane caratterizzate da una elevata densità abitativa e sensibili flussi turistici, oppure che si caratterizzano per l’esistenza di una pluralità di istituti scolastici e universitari, complessi monumentali e culturali, aree verdi ed esercizi ricettivi e commerciali". "Si tratta di ordinanze, in funzione antidegrado e contro le illegalità", adottate dai Prefetti che "intervengono per rimuovere una oggettiva criticità, concretamente manifestatasi, per il tempo ritenuto strettamente necessario alle esigenze rilevate".

Da fonti del Viminale si apprende che "la circolare sulle zone rosse richiama il potere di ordinanza del prefetto già previsto dal Tulps (testo unico legge di pubblica sicurezza). L'esercizio di tale potere si affianca a quelli riconosciuti al sindaco in tema di contrasto al degrado urbano e alla illegalità diffusa. In tale direzione costituisce uno strumento operativo da adottare in via straordinaria per un immediato impatto su specifiche aree cittadine, fatte salve tutte le iniziative che intendano assumere i primi cittadini". "Sorprende che alcuni sindaci di centrosinistra fingano di non saperlo, sfruttando l’occasione per alimentare una polemica col ministro dell’Interno - si apprende ancora da fonti del Viminale - Non solo. Ordinanze di questo tipo erano già state ufficializzate a Bologna e Firenze: i sindaci interessati le avevano condivise, compreso Nardella che aveva espresso soddisfazione nei Comitati provinciali per l’ordine e la sicurezza".

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