Disabile costretto in casa. C'è il lieto fine per Emo: "L'ascensore si farà. Vivrà serenamente i prossimi anni"
La figlia Elisa dà l'annuncio, ecco il lieto fine di questa storia: "Chi aveva impugnato la delibera è tornato sui suoi passi"
Lieto fine per la storia del signor Emo e dell'ascensore che, nonostante rientrasse nel superbonus, alcuni suoi condomini non volevano ed uno in particolare avava anche impugnato l'opera. Persino J-Ax si era esposto per la causa, mettendo a disposizione il suo legale. E' la figlia Elisa ad annunciare oggi che i lavori partono e che finalmente sia il papà che la mamma (entrambi con disabilità) potranno uscire di casa. “Siamo felicissimi per la notizia, e siamo molto grati a Confabitare per il supporto in tutti questi mesi, all’attenzione dei media grazie ai quali J-Ax, il cui contributo son convinta sia stato determinante, è venuto a conoscenza della vicenda e grazie al Sindaco di Bologna che mi ha mostrato il suo supporto non appena è venuto a conoscenza della situazione di mio padre”: le parole della figlia Elisa.
Una casa al terzo piano a Borgo Panigale che a causa della disabilità diventa una prigione sia per l'83enne Emo (recluso da 15 anni) che per sua moglie. La notizia del rifiuto da parte dei condomini di procedere con i lavori nonostante rientrassero nel bonus (che non è certo un caso isolato) ha suscitato l'interesse di molti e la famiglia oggi è lieta di annunciare che l'ascensore si farà.
Il messaggio di Elisa per J-Ax - VIDEO
“Siamo felici che Emo Gruppioni abbia vinto la sua battaglia e possa inserire l’ascensore condominiale all’interno del Superbonus 110%. C’è riuscito grazie, soprattutto, alla temerarietà della figlia Elisa - interviene Alberto Zanni Presidente Nazionale di Confabitare - che non si è mai data per vinta. Non dobbiamo abbandonare questa famiglia proprio ora, perché l’ascensore si farà ed è il loro più grande ostacolo alla normalità, ma dobbiamo aiutarli ad abbattere le altre barriere, architettoniche e non, che limitano la loro vita”.
15 anni di “reclusione”
“Ci sono altre barriere da abbattere e i 15 anni di “reclusione” non glieli renderà nessun, però mi batterò a fargli vivere serenamente i prossimi anni”. Commenta Elisa. Confabitare - Associazione Proprietari Immobiliari - segue la vicenda del proprio associato Emo Gruppioni, costretto in casa da 15 anni, per l’installazione dell’ascensore con l'ausilio del Superbonus 110%. Benché Elisa Gruppioni (con delega del padre) abbia avuto l’assenso finale all’asseverazione dell’ascensore all’interno del Superbonus, ma il 30 luglio un condomino ha impugnato la delibera e la paura di Elisa era di non riuscire a rispettare i tempi del Superbonus 110% per via della mediazione. Vista la gravità del caso Confabitare lo ha denunciato ai media e grazie a questa denuncia è arrivato l’appello di J-Ax e in seguito a questo sono intervenuti l’ex Sindaco Virginio Merola e il nuovo Sindaco Matteo Lepore che hanno confermano quanto sostenuto dall'ingegnere e dall’architetto che firmeranno il progetto, ovvero che non ci sono ostacoli strutturali all’installazione.
Così l’unico condomino che aveva impugnato la delibera è poi tornato sui suoi passi. “Voglio sperare in una presa di coscienza del condomino che si è ritirato - commenta Elisa Gruppioni - e anche degli altri 10 che non volevano l’ascensore, a volte si è assorti nella propria quotidianità e non ci si accorge delle infinite opportunità che si hanno di aiutare il nostro prossimo. Mia mamma ricorda con nostalgia i tempi in cui tutti nel condominio andavamo d’accordo, il periodo coincide con quando i miei stavano bene e non erano percepiti come un peso. Per arrivare alla delibera del 7 luglio - continua Elisa - ho trascorso sei mesi tra interpelli all’agenzia delle entrate e colloqui con gli uffici del comune, perché nessuno credeva fosse possibile inserire l’ascensore come elemento trainato e quindi ad ogni assemblea mi venivano messi sempre nuovi paletti che dovevo superare. Solo grazie a Confabitare ed all’avvocato che mi hanno indicato sono riuscita ad andare avanti in questa battaglia”.
Benché alla riunione condominiale del 7 luglio si sia deliberato per l’installazione della piattaforma elevatrice solo 9 condomini su 20 si sono detti favorevoli (per il Superbonus bastano 1/3 dei proprietari favorevoli e non i 500 millesimi). Dunque anche se alla fine si procederà con l'installazione i Gruppioni dovranno fronteggiare 11 persone di fatto contrarie all’ascensore. Le stesse persone che non hanno voluto l’avvocato che Confabitare aveva suggerito ai Gruppioni, che si era dimostrato molto preparato in materia di Superbonus.
“Si tratta dello stesso professionista che ha seguito i Gruppioni per arrivare alla delibera del 7 luglio - continua Alberto Zanni - dopo l'impugnazione l'amministratore ha proposto come avvocato del condominio lo stesso in quanto già a conoscenza dei fatti. Gli 11 contrari non lo hanno voluto ritenendolo "di parte" essendo già stato avvocato dei Gruppioni e potesse favorirli in fase di mediazione”.
“Essere in disaccordo con un condomino per molti può considerarsi la normalità e neanche un grosso peso, ma come società non possiamo permettere che persone come Emo e la moglie, la cui vita si identifica con la casa, siano percepite come un peso da 11 condomini pur non arrecando alcun danno ai vicini - continua Alberto Zanni - questo non è un problema dei Gruppioni, è un problema di tutti. Un altro problema riguardante le barriere architettoniche che affligge la vita di Emo è il bagno, quello attuale va ristrutturato perché non idoneo ad un disabile e per ristrutturarlo ci vogliono circa 10.000 euro. Elisa ha un buon lavoro, ma parte del suo stipendio ogni mese lo spende per le esigenze di salute dei genitori, che purtroppo hanno un ISEE di 8.737 euro l’anno, relativo alla sola pensione di Emo (perché la mamma, anziana la cui salute è evidentemente compromessa, pur disabile al 90% non percepisce alcuna pensione né di invalidità, né sociale, a causa dei limiti di reddito) ed un reddito complessivo di circa 13700 euro l’anno, non sufficienti a far fronte alle
esigenze di salute di entrambi, dunque avendo mensilmente questa necessità non riesce a mettere nulla da parte.
“Elisa è una donna molto forte - commenta Zanni - non si è data per vinta, ha continuato imperterrita la sua ricerca che l’ha portata fino a noi che supportiamo ogni giorno migliaia di associati e notando la gravità della situazione abbiamo dispiegato sia le nostre forze tecniche che quelle comunicative col fine di far ottenere l’ascensore ad Emo e far vivere a questa famiglia la vita serena che merita”.