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Cronaca

Studente dislessico bocciato al liceo, ma il Tar lo riammette

Bocciato dai professori per il rendimento insufficiente in alcune materia, è invece stato 'promosso' dal Tribunale dopo aver fatto ricorso, perchè non sarebbe stato applicato correttamente il piano didattico Personalizzato

Bocciato dai professori per il rendimento insufficiente in alcune materia, è invece stato 'promosso' dal Tribunale, perchè il ragazzo non aveva difficoltà a scuola a causa del poco impegno, bensì a causa della sua dislessia. E' quanto accaduto a Bologna ad uno studente di 14 anni, iscritto al primo anno di liceo Scientifico Sabin. Ne dà notizia Relessica - l'associazione di volontariato che supporta ragazzi e bimbi dislessici e le loro famiglie -  che giudica quella del Tar una "sentenza importante", spiegando che "ha annullato una bocciatura ingiusta", perchè non sarebbe stato applicato correttamente il Piano Didattico Personalizzato. Invocando giustizia, i genitori del ragazzino avevano fatto ricorso -con la consulenza legale degli avvocati Alessandra Martalò e Claudio Paolini - ottenendo così dai giudici la riammissione del figlio all'anno scolastico successivo. 

"Sui media si fa un gran parlare di Disturbi Specifici dell’Apprendimento e l'accaduto è utile a sensibilizzare l’opinione pubblica su una tematica che riguarda circa il 5% della popolazione, talvolta lo si fa in modo poco corretto, o meglio utilizzando una terminologia scorretta". Così sottolinea l'associazione Relessica, facendo un po' di chiarezza: "dislessia, disortografia, disgrafia e discaculia non sono malattie, né patologie, né disabilità, ma neurospecificità, quindi caratteristiche, non diverse dal mancinismo o dal daltonismo. Vengono definiti Disturbi Specifici dell’Apprendimento e questa dicitura può trarre in inganno, del resto nel corso degli anni si è assistito a una sempre crescente medicalizzazione del fenomeno, che ha portato a veicolare una visione sbagliata. Va da sé che termini come “affetti da dislessia” o “soffrire di dislessia” non sono semanticamente corretti".
 
Essendo una caratteristica innata i dislessici - chiarisce ancora Relessica - "non possono essere curati, si nasce dislessici e lo si rimane per tutta la vita; né riabilitati, il termine riabilitazione è improprio in quanto suppone che ci siano delle abilità possedute e perse a causa di una malattia o un evento invalidanti, ma che con le giuste cure si possano recuperare. È invece più corretto parlare di percorsi di abilitazione o potenziamento, di compensazione". Insomma, fanno notare i volontari, "una terminologia corretta rappresenta il viatico verso una giusta percezione di questa caratteristica che ancora si trova a scontare vecchi pregiudizi duri a morire, come l’equazione dislessico = stupido o dislessico = malato o dislessico = persona da compatire".
 

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