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Cronaca Navile / Piazza dell'Unità

Ciak, si gira il documentario sulla Bolognina: "Il quartiere che va più veloce"

Matteo Lepore: "In otto anni siamo passati dallo spaccio agli aperitivi gourmet, nei prossimi cinque anni grandi trasformazioni e fasce di residenti giovani"

Un film documentario dedicato alla Bolognina e firmato dalla regista Antonella Restelli: è già in lavorazione e raccoglierà le tantissime voci del "pezzo di città" che si sta trasformando più velocemente, contando sul contributo della cittadinanza, che sta partecipando alla raccolta fondi per la sua realizzazione. Il ponte Galliera, che attraversa la ferrovia, è il punto di riferimento: è il confine fra città vecchia e città nuova. 

«Sono tantissimi gli interlocutori e le realtà interessanti che sto incontrando, sarà dura limitarsi ai cinquanta minuti di durata - spiega Restelli, la regista del film Progetto per un quartoere DOC - perchè mi sto trovanto di fronte a una grande energia vitale e la fusione fra l'anima storica operaia e partigiana e quella visione del futuro che si respira camminando per le strade di questo quartiere dove trasformazioni e riprogettazioni sono continue». 

«L'idea è quella di fotografare la Bolognina in quello che è il suo attuale processo di trasformazione, veloce più che in qualsiasi altra zona della città. Profonde le radici nel '900, ma prendiamo la direzione che porta a quel fermento che sta vivendo oggi e che viene dal basso».

Il presidente del Quartiere Ara: "Il film fotograferà le trasformazioni in atto"

Un fermento che è evidente anche per l'assessore Matteo Lepore: «In otto anni è cambiato tutto, in quattro è cambiato molto, a partire dalla raccolta della pagine di cronaca che riguardano la Bolognina: dallo spaccio agli aperitivi per il Mercato Albani, dal degrado alle esperienze gourmet in via Serra e dintorni, area che a breve verrà poi ancora più coinvolta nell'estate bolognese. Nei prossimi cinque anni succederanno ancora un sacco di cose e le giovane coppie sceglieranno questo quartiere per viverci, ma sarà il luogo perfetto anche per gli uffici, esperienze di co-working, arte...». 

Ma il Comune parteciperà? Ci si chiede in sala stampa, alla presentazione del progetto: «Intanto stanno raccogliendo l'invito i cittadini ed è bello vedere che ci sia tanta partecipazione. Poi ci sono dei partner finanziatori del progetto, che sono Despar, Fondazione Duemila e Tper - risponde Lepore - e qualora servisse ancora una "mano", Palazzo d'Accursio c'è».

Il trailer del documentario Progetto per un quartiere DOC

La Bolognina è da sempre un punto di arrivo di migrazioni, dagli anni Cinquanta fino ad oggi e accanto memoriali di Ustica, della Shoa, alle vecchie botteghe, ai negozi etnici, si respira un mix molto europeo, come spiega la regista elencando i punti focali del territorio, così fertile anche da un punto di vista artistico: «E sorgono nuove architetture, il Liber Paradisus, nasce il primo museo di quartiere d'Italia, l'mtn - museo temporaneo navile, i punti di incontro come il Bar Kinotto al DLF...". 

Si parte da qui, mentre vengono registrate le voci degli abitanti storici del quartiere, con una raccolta fondi in atto che sta coinvolgendo i cittadini e che il prossimo 7 maggio verrà incentivata da una serata con cena di Cucine Popolari e la proiezione del trailer, alla quale ovviamente sono tutti invitati.

Orgoglio e curiosità per quello che sarà questo documentario anche da parte degli sponsor, in primis TPER, che ha sede in un luogo importantissimo della Bolognina: "Siamo sui binari delle fabbriche che hanno portato qui tanti lavoratori e poi residenti". Alessandro Urban di Despar ha sottolineato l'affetto nei confronti dell'iniziativa: "Il nostro impegno in quartiere è iniziato nel 2013, con la riqualificazione di un ambito dismesso che ha portato all'apertura del supermercato nel 2015. Impegno che prosegue quotidianamente tramite l'operato dei colleghi del punto vendita a servizio dei residenti del quartiere e che passa anche attraverso il supporto a iniziative come questa, che ci raccontano la Bolognina: un ‘com'era e come sarà’ di cui siamo orgogliosi di essere parte". 


 

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