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Cronaca San Lazzaro di Savena

Davide muore a 18 anni, donati gli organi. La mamma: "Vorrei conoscere chi ha il suo cuore"

Il dolore di quei giorni, di questi anni e un grande desiderio, sapere dove batte il cuore del figlio strappatole via, all'improvviso: "Ma non voglio trovare in questa persona Davide, era e resterà unico"

“Vorrei conoscere chi oggi ha il cuore di mio figlio, è il mio grande mio desiderio. Non pensate che io stia cercando Davide in loro, è impossibile, lui era e rimarrà unico”.

L’appello arriva da San Lazzaro. A lanciarlo è Doria, una donna che ha dovuto affrontare quello che nessuno dovrebbe, la morte di un figlio. Davide se n’è andato all’improvviso, nell’aprile di 10 anni fa, a soli 18 anni. Un incidente in moto lo ha strappato all’affetto dei suoi cari, a questa vita. E grazie alla generosità della famiglia, consapevole del grande altruismo di Davide, gli organi del ragazzo sono stati donati.
A dieci anni da quel terribile 21 aprile, Doria ha deciso di divulgare il suo desiderio più grande, conoscere la persona nel cui petto batte il cuore di Davide. Speriamo che nel ripercorrere i suoi ricordi, qualcuno possa riconoscersi nella persona  cercata o almeno possa fornire qualche indicazione utile (Per segnalazioni bolognatoday@citynews.it, vi metteremo in contatto con Doria).

Perdere un figlio  

"Vivere la morte di un figlio è la più dolorosa esperienza che un essere umano può fare, un evento talmente straordinario e innaturale che non si può in alcun modo accettare o esorcizzare" - così Doriainizia a raccontare il suo dolore - "Quando muore un figlio, unico o no, si viene travolti da un senso di distruzione che renderà molto difficile il controllo della propria volontà e la fine che si credeva lontana arriva improvvisa, spietata".

Doria poi parla di come è cambiata la sua vita e lei stessa, dopo il lutto. "Da quel momento ti accorgi che la vita, per te, non è più quella che conoscevi prima.un pensiero fisso, sempre uguale la lentezza del tempo, l'enormità del vuoto. Sensazioni a fior di pelle che ti tolgono la capacità di guardare e vivere ciò che ti circonda, fino a non sapere più cosa ci stai a fare. Si va avanti per abitudine, ma non sa di niente. Colori sbiaditi, sapori scomparsi, risate dimenticate. Un’esistenza piatta dentro una vita annullata dalla continua nostalgia del battito di un cuore del quale non puoi fare a meno, quello di tuo figlio. La perdita di un figlio ti fa capire ciò che vale e ciò che non vale niente. Ti fa capire quanto sei stato sciocco a trattenere le urla di gioia, quando era li con te. A chi ti conosceva, sarà impossibile fargli capire che tu non sei più quello che eri prima".

Quel terribile aprile di 10 anni fa

doria-2Il 18 aprile 2008 Doria riceve una telefonata. Un amico di Davide  le dice che il figlio ha appena avuto un incidente in moto. "In quel momento non ho più capito niente - ricorda - Quando sono arrivata ho visto mio figlio disteso a terra, con il viso tutto insanguinato, la moto distrutta. Mi sembrava  tutto un sogno, ho cominciato ad urlare “ è morto, è morto “. Poi è arrivato anche mio marito, che faceva il vigile urbano, ed era proprio lui che avrebbe dovuto constatare l’incidente. Mi ha fatto portare via". Davide viene portato in ospedale, "le ore sono state lunghe ed interminabili, la paura e la disperazione era sempre di più. Quando finalmente i medici ci hanno dato notizie, dicono che sarebbe stato operato al braccio e al femore, rischiava l'amputazione del piede,  e che l’avrebbero messo in coma farmacologico".

Poi arriva quel tremendo 21 aprile. Una telefonata arriva ai genitori di Davide, era l’ospedale Maggiore. La corsa in ospedale, poi la terribile notizia. Il 18enne era in morte encefalica. "In quel momento - dice Doria - il nostro cuore si è fermato per un attimo, io e mio marito ci siamo guardati negli occhi, abbiamo messo da parte il dolore e  abbiamo preso una importante decisione".

Scelta d’amore e generosita’, donazione degli organi  

La famiglia di Davide ha fatto scelta d’amore, di grande generosità. Un gesto che "sconfigge la morte", seminando nuova speranza, dando nuova vita. Sono stati donati cuore, fegato, reni, pancreas, cornee, ossa e cute di Davide. “Sia lui che noi - sottolinea la madre - abbiamo sempre creduto nel valore della donazione, perché si possono salvare tante vite ed in qualche modo la morte viene sconfitta. Donare per ridare la vita ad altre persone ti dà un po' di quella serenità che ti serve nei momenti più bui perchè tu sai che tuo figlio vive in altre persone". 

La forza del perdono

Guardare negli occhi e perdonare chi ha investito e ucciso il tuo ragazzo, riconoscendogli il peso del fardello che porterà per sempre nell'anima. E' quello che ha fatto Doria, che racconta che durante la degenza di Davide in rianimazione è andato in ospedale anche colui che ha investito Davide. "Appena l’ho visto, il mio istinto è stato quello di andarlo ad abbracciare e fargli forza. Noi tutti lo abbiamo perdonato, perché si è dimostrata (e si dimostra tutt’ora, nonostante siano passati anni), una persona coraggiosa, piena di tantissima umanità e molto sensibile. Molti ci hanno chiesto, ma come abbiamofatto a perdonarlo,a questo domanda io rispondo sempre che il perdono bisogna meritarselo, e lui se lo è meritato davvero. Certo noi viviamo con un dolore atroce che non avrà mai fine, ma lui vivrà comunque con un grandissimo rimorso".

Chi era Davide

"Moltissimi amici di Davide, moltissime persone ci sono state vicino in quei giorni. Quanta gente che c’era sia in rianimazione, alla camera mortuaria ed al suo funerale, sapevo che Davide era un bravissimo ragazzo ma che fosse così tanto amato, quello non l’avrei mai immaginato. Nella disgrazia e nel dolore, ci siamo resi conto che abbiamo cresciuto un figlio adorabile, buono, gentile, educato e con tanta voglia di vivere e di vedere tutti sorridere, aveva sempre una parola di conforto per tutti quelli che ne avevano bisogno. Lui per aiutare gli altri si faceva in quattro ed era il collante, il punto di riferimento di tutta la compagnia".

Davide è volato via 10 lunghi anni fa, ma rivive nell'affetto dei suoi cari e anche un po' nelle persone a cui ha donato gli organi. Il suo cuore batte, oltre la morte.

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