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Cronaca

Colori regioni, Donini: "E' la strategia giusta? Meglio situazioni circoscritte"

La suddivisione in fasce non convince l'assessore: "I contagi sono in aumento, anche in relazione alla presenza delle mutazioni genetiche del virus"

"Mi chiedo se questa sia la strategia giusta, noi (L'Emilia-Romagna - ndr) siamo in bilico e aspettiamo di capire le determinazioni del Governo".

La suddivisione in fasce dell'Italia in emergenza sanitaria non convince l'assessore regionale alla sanità, Raffaele Donini: "Siamo in una situazione che vede ancora il virus circolare a livello nazionale e internazionale", ha detto a margine di una videoconferenza a Modena. Se l'Emilia-Romagan rischia di tornare arancione, Donini si chiede "quanto sia efficace questa strategia dell'Italia maculata nella quale il virus rimbalza, si impenna e poi decresce nelle varie regioni. Sarebbe più utile una visione generale del nostro Paese, intervenendo nelle situazioni circoscritte dove ci sono espressioni di forte propagazione del virus o pericolosi scenari di focolai".

Emilia Romagna verso la zona arancione: l'appello (quasi) disperato dei ristoratori 

Intanto i presidenti di regione lavorano per evitare nuove chiusure. Per il presidente dell'Emilia Romagna e della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini “con una chiusura generale, il rischio è quello di creare malumori, turbolenze, proteste. Queste, semmai, devono essere gestite e accompagnate da spiegazioni, dati e decisioni politiche"; ma serve un "cambio di passo" su vaccini e ristori, osservando che dopo un anno “le categorie economiche sono allo stremo”, si legge nella nota della Conferenza delle Regioni. 

L'assessore assicura che in regione "siamo ampiamente sotto la soglia del 30% in terapia intensiva e del 40% nei reparti Covid. I contagi sono tendenzialmente in aumento, anche in relazione alla presenza delle mutazioni genetiche del virus. La situazione è in questo ambito - quindi -  il Governo dovrebbe tenere conto di vari fattori, di vari indicatori, certamente la propagazione del virus da un lato ma anche una situazione che ad oggi non è a livello di guardia per quello che riguarda la saturazione degli ospedali". 

"È ormai chiaro che chiudere i locali non serve a evitare gli assembramenti"

Anche Ascom torna a farsi sentire e propone locali aperti a pranzo anche in zona arancione: "I dati e il lavoro degli ultimi 12 mesi hanno infatti dimostrato in modo chiaro come questo rappresenti uno strumento per far rispettare le regole anticontagio, evitare gli assembramenti in strada e combattere il Covid", sostiene l'associazione. "Chiediamo che questo passaggio di zona non avvenga, perchè sarebbe una mazzata, l'ennesima, - fa sapere - nei confronti dei pubblici esercizi. Ormai gli imprenditori stanno mettendo mano ai risparmi personali per rimanere aperti. Non ci sono piu' margini di manovra, rimanere chiusi sara' fatale per tantissimi locali", avverte Ascom, che chiede al nuovo esecutivo a guida Mario Draghi, alla Regione Emilia-Romagna e ai Comuni del territorio, un cambio di passo rispetto al passato. "È ormai chiaro che chiudere i locali non serve a evitare gli assembramenti che continuano in strada ad ogni ora. Per questo tenere aperti i pubblici esercizi a pranzo, anche in zona arancione, aiuterebbe a far rispettare le regole anticontagio e a evitare assembramenti", sostiene l'associazione. "I locali non sono un nemico da combattere, ma un alleato importante per sconfiggere l'unico vero nemico, il Covid", dichiara Giancarlo Tonelli, direttore generale di Ascom.

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