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Cronaca

Turismo, il portale non versa la tassa: il Comune la chiederà ai gestori

I dirigenti di Palazzo D'Accursio non escludono ricorso alla Corte dei Conti

Il Comune di Bologna non molla la presa sul pagamento dell'imposta di soggiorno da parte degli operatori dell'home sharing: se con Airbnb già tempo fa è stato raggiunto un accordo, diverso è il caso di un'altra piattaforma come Booking e allora l'amministrazione ha deciso di muoversi per andare a battere cassa direttamente dagli host.

Lo prevede una delibera presentata oggi in commissione, che va a modificare il Regolamento sulla tassa di soggiorno. L'intesa con Airbnb, che risale alla fine del 2017, ha introdotto la possibilità per il portale di riscuotere automaticamente l'imposta dovuta dagli host e girarla al Comune.

Fin qui tutto bene e il meccanismo sta funzionando. Il problema è che Booking, invece, non applica lo stesso meccanismo: quando l'amministrazione si è fatta sentire, la multinazionale ha sostanzialmente risposto che bisogna rivolgersi ai suoi legali in Olanda. Da qui la modifica al regolamento comunale: se nella versione attuale si dice che l'imposta deve pagarla la piattaforma, il testo aggiornato prevede che il soggetto passivo dell'imposta sia l'host, nel caso non sia coperto da una convenzione come quella siglata da Airbnb. L'approccio precedente "ci sembrava corretto in un'ottica di semplificazione", spiega il dirigente del settore Entrate di Palazzo D'Accursio, Mauro Cammarata, ma si è optato per il cambio di rotta "quando ci siamo accorti che Booking non pagava", mostrandosi non tanto disponibile al confronto.

Ma la motivazione è anche più generale. "Con Airbnb abbiamo ottimi rapporti e paga", riferisce Cammarata, ma se un giorno dovesse cambiare atteggiamento si porrebbe lo stesso problema, visto che "anche loro hanno sede in Irlanda" e quindi all'estero. Sul tema, l'amministrazione fa capire di essere intenzionata a fare sul serio: del caso Booking "andrò a parlare con la Corte dei conti", afferma infatti Cammarata. Se Airbnb ha dialogato con il Comune, altri portali "non sono interlocutori possibili", dichiara l'assessore al Bilancio, Davide Conte. Ecco perché bisogna "sanare la situazione degli host che oggi si trovano in questo limbo", continua Conte. E' in quest'ottica che "continuiamo ad affinare il meccanismo", sottolinea l'assessore, assicurando che per i mezzi a propria disposizione il Comune sta facendo "tutto il possibile".

Un concetto che Conte sottolinea di affrontare anche alla luce delle considerazioni sull'home sharing fatte nei giorni scorsi da Nomisma. "La sfida è nazionale", continua Conte: "Il Governo ci aiuti a controllare meglio", perche' si parla tanto dei confini fisici da tutelare ma "ci sono soprattutto i confini dei diritti dei nostri cittadini da difendere". Perché "se qualcuno esercita un'attività commerciale qui deve pagare le tasse qui", rimarca l'assessore, aggiungendo che "lo sforzo chiesto al Governo è quello di prevedere l'obbligo per questi soggetti di avere una sede permanente all'interno dei nostri confini, per esser oggetto della nostra fiscalità". A Roma, insomma, il Comune di Bologna manda a dire: "Non inventiamoci nuovi dazi- afferma Conte- ma lavoriamo sugli strumenti esistenti per renderli più efficaci". (Pam/ Dire)

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