rotate-mobile
Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Droga, Bologna 'mercato lbero': "Inutili i controlli in Montagnola in zona U"

Dati allarmanti che emergono dal dossier d Libera: 'Nei bar di periferia fanno finta di giocare alle slot e invece usano i locali come ufficio'

Decollo Ter, Due Torri Connection, Pigna d'oro, Stammer, Mi Vida, Triakidae, Buena Ventura: sono solo alcune delle operazioni di narcotraffico che hanno coinvolto Bologna e hanno permesso di costruire il quadro della situazione del traffico di droghe nel capoluogo emiliano. I protagonisti di queste operazioni - due su tutti, Leonardo Marte e Francesco Ventrici - hanno dimostrato che i soldi guadagnati con il narcotraffico sono reinvestiti in attività economiche più o meno grandi. Il surplus viene quindi reinvestito in settori finanziari, economici e criminali che non hanno niente a che fare con gli stupefacenti. La conferma è arrivata nel 2015 con "Aemilia": "Un terremoto giudiziario senza precedenti, la conclamata ammissione di un'innocenza perduta che, da quel momento in poi, avrebbe significato l'impossibilita' di considerarsi un'isola felice, per una terra, l'Emilia-Romagna, che si credeva storicamente immunizzata dalla presenza delle mafie", chiosa Lorenzo Frigerio, Coordinatore della Fondazione Libera Informazione.

Bologna 'libero mercato' 

Qui "ognuno puo' essere imprenditore: non c'è un controllo della piazza da parte della criminalità organizzata- afferma Salvatore Giancane, tossicologo dell'Ausl di Bologna - questo porta a una vivacità di mercato e a una variabilità nell'offerta, cosa che non avviene quando tutto è in mano a un solo gruppo criminale".

Secondo il tossicologo, gli interventi attuali dell'amministrazione comunale, volte a colpire punti precisi della città - Montagnola e Piazza Verdi - sono inutili: "Penso di non esagerare se affermo che in questi due luoghi ci passa forse l'1 per cento dello spaccio di Bologna. In città lo spaccio si gioca con gli smartphone geolocalizzati, con le app, con il servizio a domicilio, nei bar di periferia ormai occupati dai maghrebini che fanno finta di giocare alle slot machine e invece usano i locali come 'ufficio' dove ricevere i clienti, tollerati dai baristi perchè spendono soldi. Il 99 per cento dello spaccio passa da lì". Giancane punta il dito contro l'abbandono della lotta alle dipendenze e della riduzione del danno. "Servono risposte dirette da parte dell'amministrazione. Dovremmo metterci in testa che le politiche sulle droghe sono locali, non nazionali. In questo fenomeno tu riesci a essere tempestivo e a organizzare una risposta adeguata solo se sei sul posto, perche' e' un fenomeno veloce".

"Quello che fa più riflettere- riconosce Libera- è di come spesso, nella nostra regione, a fare il gioco di questa 'democrazia criminale' siano gli stessi emiliano-romagnoli che, per un proprio vantaggio personale, si mettono a disposizione delle associazioni criminali mafiose. Quei dipendenti di società di sicurezza aeroportuale, quelle guardie giurate, quei commercialisti che hanno aiutato un passaggio, anche se piccolo, del traffico di droga, sono una parte grande del problema del radicamento mafioso. Perchè se, passaggio dopo passaggio, questi personaggi venissero a mancare, sempre meno le associazioni mafiose riuscirebbero a infiltrarsi, a guadagnare, a costruire quella 'democrazia criminale' di cui parla la Direzione nazionale antimafia".(Dires - Redattore Sociale) 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Droga, Bologna 'mercato lbero': "Inutili i controlli in Montagnola in zona U"

BolognaToday è in caricamento