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Cronaca Bazzano

Traffico di droga in Valsamoggia: sgominato 'sistema' di famiglie criminali

Gli abitanti di Bazzano si sono svegliati in un paese militarizzato. Carabinieri e Municipale hanno concluso l'operazione "Casper", sistema di 'galoppini' e famiglie che gestivano lo spaccio in Valsamoggia

Gli abitanti di Bazzano, nel comune di Valsamoggia, qualche giorno fa si sono svegliati in un paese militarizzato: un serepntone di auto dei carabinieri e della municipale hanno messo la parola "fine" all'operazione anti-droga, denominata "Casper" che ha portato all'arresto di 13 persone, in flagranza, e, infine il 3 giugno, all'esecuzione di 9 ordinanze di custodia cautelare (due ricercati). Dell'indagine è responsabile il Pm Domenico Ambrosino.

Le indagini sono partite oltre un anno fa, a febbraio 2014, quando, nel corso di un blitz, vennero arrestati due coniugi della "Anzola bene", figli di industriali della zona, entrambi incensurati, che spesso organizzavano "festini" nella loro abitazione, a base di coca e marijuana. La coppia stessa ha fornito indicazioni sui fornitori, così è partito il lavoro degli investigatori nella zona, crocevia tra le province di Bologna e Modena. I clienti-tipo sono tutti i italiani, prevalentemente maschi, che potevano contare su un "servizio" rapido e sicuro, tanto da non essere costretti neanche a scendere dall'auto. L'operazione è stata illustrata questa mattina dal marsciallo di Valsamoggia Giuseppe Carrisi e dal comandante del nucleo operativo radio-mobile Marco La Rovere.  

CASPER. All'operazione è stato dato il nome del "fantasmino" dell'omonimo film del 1995, poichè uno degli spacciatori arrestati, C.R., marocchino 37enne, era molto magro e "scattate, oltre a essere un profondo conoscitore della zona nella quale si muoveva con notevole abilità. I "protagonisti" intercettati al telefono chiamavano la cocaina banalmente "neve" oppure "vino di buona o scarsa annata" a seconda della qualità, mentre hashish e marijuana venivano chiamati "mocassini" o "sandali", in base alla quantità ordinata.

I 'GALOPPINI' E I CAPI. A marzo 2014 era già stato arrestato H.H., marocchino 35enne, che, agli arresti domiciliari per lo stesso reato, deteneva, insieme alla compagna, italiana 19enne e incensurata, 40 grammi di cocaina. In manette anche due albanesi N.N., 31enne, e E.M., 35enne, e un italiano di 35 anni, F.R., residente a Savignano sul Panaro, trovato in possesso di 40 grammi di cocaina. I "galoppini" facevano capo a due fratelli, sempre marocchini, M.G. e R.G., di 51 e 46 anni, che avevano un saldo controllo della Valsamoggia e si occupavano dell'approvvigionamento (la sostanza arrivava a Milano, poi smerciata nel bolognese), che allora volta rispondevano ad altri due fratelli connazionali e pregiudicati, Y.B., 24enne e B.B. 26enne. "Un sodalizio ancor più consolidato perchè basato su alcuni legami di parentela", ha dichiarato La Rovere.

LE ZONE DI SPACCIO A BAZZANO. I carabinieri hanno effettuato controlli e fermi quasi quotidiani di fronte alla stazione, di fronte al cinema, presso l'esercizio di un tatuatore (albanese arrestato) e persino al cimitero.

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