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Bennato stasera live: "Il Rock è come l'Araba Fenice. Non muore mai"

Edoardo Bennato, stasera in concerto al Celebrazioni, ci ha detto una cosa che non sapevamo: "Qualche anno fa mi sono iscritto a Scienze Politiche proprio qui a Bologna"

Il chiodo di pelle nera è per lui una seconda pelle, l'armonica a bocca l'eredità del Blues, le origini partenopee il segreto di quel Rock un po' mediterraneo che lo contraddistingue fin dall'inizio della sua carriera, negli Anni Sessanta. Edoardo Bennato è decisamente un "rocker".

Un rocker che ha registrato diversi primati (il primo artista a riempire San Siro; il primo in Italia a suonare l'armonica a bocca; il primo a pubblicare due dischi a distanza di 15 giorni...) e del quale però non sapevamo una cosa: anche Edoardo Bennato è stato uno studente dell'Alma Mater di Bologna (è lui stesso a raccontarcelo in questa intervista).

La sua grinta e la sua poesia saliranno sul palco del Celebrazioni questa sera, tappa del suo tour in giro per l'Italia. Oltre due ore di musica e di interazione con il suo affezionato pubblico: torna così in scena il cantastorie che da quarant’anni con le sue canzoni immortala il mondo odierno, fatto di buoni e cattivi, sbeffeggia i potenti e inneggia alla forza umana del popolo narrando l’amore, il sentimento che da sempre ispira i poeti della canzone.

In scaletta brani epici tratti dai concept-album “Burattino senza fili”, “Sono solo canzonette”, “Abbi dubbi”, “Le ragazze fanno grandi sogni”, “ La fantastica storia del Pifferaio magico”, fino all’ultimo lavoro, “Pronti a Salpare”, album dell’ottobre 2016 in cui Bennato fotografa con la sua caratteristica ironica politica, famiglia, figli e futuro senza mai dimenticare le proprie radici.

A 40 anni dall'album record "Burattino senza fili" questo tour nei teatri italiani: come è nato il progetto del CD e del live tour e davanti a quale spettacolo si trovera il suo pubblico? 

Non è che mi piacciano molto le celebrazioni, ma è pur vero che 40 anni fa “Burattino senza fili” arrivò primo in classifica superando il record di vendite che deteneva il mio amico Lucio Battisti. Il progetto è molto semplice: aggiungere tre nuovi brani ovvero “Mastro Geppetto”, “Lucignolo” e “Che comico il grillo parlante” i primi due titoli erano in stand by dal ’77, nel senso che all’epoca non pensai a realizzarli. Altro discorso per il terzo brano, il grillo parlante dell’album originale era “figlio dei suoi tempi” adesso ho voluto renderlo più attuale, nel testo e nella musica. Il pubblico che vorrà venire avrà come sempre uno show ad alto contenuto rock e blues.

Ha dedicato a questo burattino un intero disco. Che cosa ha di speciale la favola di Pinocchio e come la interpreta oggi rispetto al passato? 

Le favole possono essere il modo per parlare di ciò che ci circonda o meglio, dei paradossi che ci circondano senza correre il rischio di essere didascalici, retorici o peggio ancora “portatori sani di morale”, in questo la favola di Collodi è l’ideale: Gatti e Volpi, Mangiafuoco ed il resto della banda sono, come allora, ancora tra di noi. Del resto io in “Burattino senza fili” ho cercato di ribaltare la morale di Collodi, ovvero: “E’ proprio quando credi di aver perso i fili che iniziano i guai"

Qual è lo stato del Rock oggi? In Italia?

Il rock è come l’araba fenice, risorge sempre anche dalle proprie ceneri, rock ‘n roll never die!

Fra le città toccate dal tour stasera anche la nostra Bologna. Ha qualche ricordo speciale legato a questa città o un'idea che ha di essa, anche magari in relazione ai musicisti a cui ha dato i natali? 

Ho un grande affetto per Bologna e non molti anni fa, dopo essermi laureato in architettura a Milano, mi iscrissi a Scienze Politiche proprio a Bologna, ma non ho terminato gli studi. Bologna mi è anche cara perché avevo un amico di cui ho sempre avuto grande stima….Lucio Dalla.
 

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