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Cronaca

Elezioni, i disabili e le istanze storiche: "A Bologna rapporto svilito"

INTERVISTA al presidente e vice Anmic - Associazione disabili. I temi "storici" ancora sul tavolo. Il mondo della disabilità torna a farsi sentire in vista del 25 settembre

Assegno di invalidità, pensioni, barriere, lavoro. Tanti i temi sul tavolo per il mondo della disabilità che torna a farsi sentire in vista delle elezioni del 25 settembre.

Bologna Today ha incontrato il presidente provinciale Anmic Bologna - Associazione nazionale mutilati e invalidi civili con sede in via Riva Reno  -  Mauro Pepa, e il vicepresidente avvocato Salvatore Guaglianone, raccogliendo le loro istanze "storiche" e la preoccupazione per il disagio dei cittadini disabili in questo nuovo momento di crisi economica che fa seguito al disastro causato dalla pandemia. 

Assegno invalidità: "Equiparare alla pensione sociale"

Assegno di invalidità: "15 anni fa abbiamo raccolto 300mila firme per equiparare l'assegno di invalidità - che si eroga a persone con invalidità superiore al 75% - alla pensione sociale, arrivando a 580 euro, era presidente della Camera Gianfranco Fini (2008 - 2013 - ndr), nessun governo o partito ha preso questo impegno, neanche per dare un aumento di 50 euro" dicono Pepa e Guaglianone, senza contare - osserva l'avvocato che INPS, istituto nato per fare welfare, tratta le persone come avversari". 

Tabelle invalidità: "Aggiornare con nuove patologie e malattie rare""

Importante, segnala l'associazione, anche aggiornare le tabelle invalidità che risalgono al 1992. "Sono passati 30 anni e ci troviamo davanti tante nuove patologie invalidanti, come ad esempio la fibromialgia e l'alopecia, per citarne un paio, e alle malattie rare, ma ci ragionano da almeno 10 anni. Questo aggiornamento - osservano presidente e vicepresidente - potrebbe rientrare nella legge quadro sulla disabilità, ma si attendono ancora i decreti attuativi".

In data 31 dicembre 2021 in effetti è entrata in vigore la legge 22 dicembre 2021, n. 227, recante “Delega al Governo in materia di disabilità”, che dovrebbe prevedere sulla revisione della normativa, sui processi di valutazione dell'invalidità, sull'istituzione di un Garante nazionale delle disabilità e sul potenziamento dell’Ufficio per le politiche in favore delle persone con disabilità nonché sulla realizzazione del progetto di vita individuale, personalizzato e partecipato della persona disabile. 

Lavoro e persone disabili: "Sbagliato monetizzare le assunzioni"

"La legge 68/99 non funziona" dicono Pepa e Guaglianone senza giri di parole "è necessario rendere effettivo il collocamento speciale, ma esiste solo sulla carta. Si calcola che solo il 3% di persone iscritte riescono ad essere collocate ogni anno".

La legge 68/99 riguarda le persone con percentuale di invalidità uguale o superiore al 46% e prevede l’obbligo di assunzione da parte di datori pubblici e privati che abbiano alle proprie dipendenze minimo 15 persone. 

"Stato e regioni - continua Pepa - hanno scelto di dare un valore economico alle mancate assunzioni, in pratica le aziende trovano conveniente pagare le multe, circa 27 euro al giorno, invece di far lavorare i disabili. Le regioni, compresa la nostra, che incassa soldi da aziende che non assumono, utilizzano il denaro per cercare di promuovere le assunzioni dei disabili, e questo è assurdo. Come associazione abbiamo sempre stigmatizzato che una parte delle multe che le aziende pagano per non assumere, vengano utilizzate dalle regioni e dalle province, come accaduto nella provincia di Bologna, per pagare le persone che selezionavano i disabili da eventualmente assumere. La realtà è che nessuno se ne vuole occupare, ne parliamo da quando era assessore provinciale al lavoro Paolo Rebaudengo" ovvero prima del 2010. 

Inoltre la legge 68 "contiene una discriminazione tra disabilita fisica e psichica, queste ultime ad esempio non possono concorrere alle aste (Procedure di selezione finalizzate al reperimento di personale per la pubblica amministrazione - ndr), quindi minori possibilità di assunte".

L'art. 9, comma 4, della L. 68/99, recita infatti che "non potranno essere ammesse le candidature delle persone con disabilità psichica, che sono avviabili solo nominativamente e mediante Convenzione con il datore di lavoro". 

"La faccenda diventa ancor più spudorata se si considera che la maggior parte degli obblighi di assunzione ce l'hanno gli enti pubblici, e sono quelli a maggiore scopertura, tutti lo sanno e nessuno si muove" dichiarano Pepa e Guaglianone

I due esperti spiegano che con il Pnrr le regioni percepiscono dei fondi e "hanno chiesto alle associazioni dei disabili di mettersi insieme per cercare di fare formazione e di portare all'inserimento lavorativo le disabili. L'Emilia-Romagna ha preso oltre un milione di euro, ma - sottolineano - non sono le associazioni che riusciranno a far assumere le persone".

PEBA: "Nuove costruzioni senza barriere"

Anche questo è un tema "storico": "Le città italiane sono antiche ed è comprensibile la difficoltà di abbattimento, ma bisognerebbe almeno pretendere che il nuovo venga costruito in assenza di barriere e invece non si fa, anche se abbiamo una bella legge nazionale, 104/92, per la quale comuni obbligo di predisporre piani per abbattere barriere per mobilità - PEBA".

Crisi economica e disabilità: "Sarà disagio"

"Questo "potrebbe essere il momento giusto per applicare quel progetto di legge di iniziativa popolare per equiparare l'assegno di invalidità alla pensione sociale, si tratta di 3mila euro all'anno che potrebbe dare un aiuto" oppure "contribuire al caro bollette delle famiglie con persona disabile, non voglio neanche pensare a quale disagio stanno vivendo".

Prima il covid ora la crisi: "La regione ci ha dato un piccolo aiuto, ma preoccupa il futuro delle nostre associazioni. Alcune regioni tipo l'Abruzzo e la Sardegna danno finanziamenti al  assoc FAND - Federazione tra le associazioni nazionali dei disabili -  l'Emilia-Romagna ha erogato fondi solo per alcune associazioni della federazione, qualcuno ci dovrebbe spiegare il motivo". 

La situazione a Bologna

"Confesso di essere scoraggiato - ammette Pepa - la Giunta Lepore non ha riconfermato il disability manager, ma prevede la figura di una consigliera delegata, che non va in giunta e ha pochi poteri. Molti sono i temi e le procedure legati a quella funzione che non c'è più e non si riesce quindi a dare seguito alle delibere dell’amministrazione Merola, come ad esempio le tessere per lo sconto sui taxi. Ci sembra che il rapporto politico con associazioni sia svilito, si dà poca importanza alla disabilità?". 

Per attare il PEBA, ad esemio, "le risorse "devono essere trovate dai comuni, ed esempio dando mandato al proprio ufficio tecnico, oppure finanziare tecnici esterni, ma non viene fatto, neanche a Bologna, mentre Castel Maggiore ad esempio è un comune che si è impegnato a realizzarlo". 

Bologna è a misura di disabili? Il centro sotto la lente di ingrandimento | VIDEO

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