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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Bologna, profughi ucraini senza sostegno: “Tornano sotto le bombe”

A lanciare l’allarme è il consigliere comunale Detjon Begaj durante il suo intervento in consiglio comunale

“Su quattromila ucraini arrivati a Bologna, di cui duemila minori, solo in cinquecento sono riusciti a fare domanda per la protezione temporanea. Chi non c'è riuscito, purtroppo, non può accedere al contributo di 300 euro messo a disposizione dallo Stato e al quale si accede attraverso il sito della Protezione civile”: così Detjon Begaj, consigliere comunale e capogruppo di Coalizione Civica, durante l’odierno intervento in aula a proposito delle numerose difficoltà che tantissimi profughi ucraini stanno avendo nel completare le pratiche necessarie per richiedere i sostegni statali.

Rifugiati ucraini senza aiuti per colpa della lentezza della Questura

"Questa situazione gravissima – continua Begaj, come riportato dall’Agenzia Dire – è causata dai ritardi della Questura, che lamenta mancanza di organico e tempi lunghi. Abbiamo anche fatto una commissione consiliare a riguardo, ma vale la pena denunciare questa situazione gravissima che non riguarda solo gli ucraini - sottolinea Begaj - ma tutti i migranti e le migranti che devono avere accesso ai propri diritti con tempi certi. O si cambia la modalità di erogazione di questo contributo oppure si deve risolvere la situazione inaccettabile in cui versano le pratiche delle Questure". 

Begaj: “Rifugiati ucraini tornano sotto le bombe”

Molti ucraini "stanno tornando a casa propria, sotto i bombardamenti – afferma il consigliere – anche per questo motivo. Ma noi dobbiamo difendere il principio di autodeterminazione delle persone. La scelta di rimanere o meno sul nostro territorio, per qualunque persona migrante e non, deve essere frutto solo di una libera scelta e volontà - conclude l'esponente di Coalizione Civica - non a causa delle carenze dello Stato. Le emozioni e la solidarietà dei primi giorni della guerra svaniscono con il tempo, ma i diritti e la dignità delle persone non possono attendere le ondate emotive".

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