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Cronaca

A 107 anni gli fissano gli esami tra un anno: “Ausl risarcisca i familiari costretti a rivolgersi al privato”

Raffaella Sensoli, consigliera regionale del M5S, ha presentato una interrogazione sul caso: "Dimostrazione che i risultati sull'abbattimento delle liste di attesa sbandierati da Bonaccini sono fumo negli occhi. Serve un monitoraggio indipendente"

Sbarca in Regione il caso dell’ultracentenario (un signore di 107 anni) a cui l’Ausl di Bologna ha fissato una serie di esami e accertamenti clinici tra un anno, ovvero nell’aprile del 2017. Raffaella Sensoli, consigliera regionale del M5S e vicepresidente della Commissione Sanità, ha presentato una interrogazione per chiedere spiegazioni sulla vicenda anche alla luce di quanto dichiarato nelle scorse settimane dalla Giunta in merito al raggiungimento dell’obiettivo sulla riduzione dei tempi di attesa per esami e visite specialistiche.

“Se è vero, come il presidente Bonaccini e l’assessore Venturi ripetono trionfalmente, che il 94% delle visite viene è garantito nei tempi previsti ovvero tra i 60 e i 90 giorni, ci chiediamo il perché i giornali continuino a raccontare storie di attese infinite – spiega Raffaella Sensoli Storie addirittura paradossali, come quella del signore di 107 anni, che  avrebbe dovuto aspettare un anno per una serie di accertamenti, tra cui l’ecodoppler. Altro che al massimo tre mesi di attesa: i familiari dell’anziano sono stati costretti a pagare 554 euro e a rivolgersi a un privato per poter effettuare gli esami in tempi ragionevoli, l’Ausl risarcisca i familiari". 

Il M5S torna ora a sottolineare come il monitoraggio dei tempi di attesa "dovrebbe essere svolto da un ente terzo, estraneo alla Giunta, in modo da poter contare su un’analisi per davvero super partes. Fino a quando queste rilevazioni saranno a completo appannaggio della Giunta continueremo a leggere storie come quella del signor Spadafora che sono molto più comuni di quel che Bonaccini e Venturi vogliono farci credere”.

Nella sua interrogazione la consigliera regionale ricorda alla Giunta la lunga serie di proposte fatte dal MoVimento 5 Stelle per poter dare attuazione a un piano di riduzione delle liste di attesa. “Assunzione di nuovo personale, possibilità di prenotazione ai medici di famiglia e bonus della Asl da erogare a chi è costretto a rivolgersi ai privati e l’istituzione di un unico registro per gli interventi chirurgici sono state alcune delle nostre proposte che PD ha sempre rimandato al mittente – conclude Raffaella Sensoli - ma che ribadiamo anche alla luce dell’ennesimo caso che sconfessa i numeri della Giunta. A questo punto chiediamo all’Ausl di risarcire il costo che i familiari dell’anziano signore hanno dovuto sborsare per poter effettuare gli esami richiesti in tempi accettabili rivolgendosi al privato”.

L'Azienda Usl precisa che l'anziano "non risulta iscritto tra gli assistiti dell’Azienda Usl di Bologna né dell’Azienda Usl di Modena. Non risultano, inoltre, suoi accessi ai servizi CUP di Bologna né di Modena, né tanto meno prenotazioni tentate, effettuate o rifiutate" si legge in una nota "pur non essendo in grado, quindi, di ricostruire la vicenda con precisione, va chiarito che l’ecocolordoppler tiroideo è una indagine diagnostica specialistica di secondo livello prenotabile direttamente dall’endocrinologo qualora ne riscontri la necessità. Se il cittadino si rivolge direttamente a CUP, viene preso in carico dall’Azienda che ne valuta la richiesta e lo ricontatta".

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