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Cronaca Monterenzio / San Benedetto del Querceto

Esplosione del Querceto: chiesti fino a 6 anni per gli imputati

Nel 2006 morirono 5 persone per un'esplosione causata da una fuga di gas nella zona di Monterenzio. Per i 14 imputati vengono chiesti da 3 a 6 anni per omicidio colposo plurimo, disastro e incendio colposo

Pene comprese tra i tre e i sei anni per i 14 imputati al processo sull'esplosione, causata da una fuga di gas, che il 23 dicembre 2006 distrusse una palazzina a San Benedetto del Querceto, nel comune di Monterenzio, sull'appennino Bolognese, uccidendo cinque persone. Le ha chieste il pm Antonella Scandellari al termine di una requisitoria durata quasi cinque ore. Per il pm ci furono responsabilità penali nella progettazione e realizzazione della condotta, costruita per l'accusa in zona interessata da frane e senza strumentazioni d'allarme per rilevare deformazioni. Il pm ha detto di ravvisare profili penali anche in due interventi (nel 1999 e nel 2000) di riparazioni di danni alla condotta di cui "non furono ricercate le cause". Infine la pm ha usato parole dure verso la gestione dell'emergenza la mattina dello scoppio ("la struttura preposta ha fatto acqua da tutte le parti). Ciò pur riconoscendo che dopo il disastro "Hera ha modificato in senso virtuoso l'organizzazione".

A giudizio davanti al giudice del tribunale di Bologna Rita Zaccariello ci sono infatti alcuni ex dirigenti dell'Acoser e di Seabo (vecchie denominazioni di aziende dell'attuale Hera Bologna, quando negli anni '90 venne progettata e realizzata la metanizzazione della Val d'Idice, di cui faceva parte la condotta esplosa), della stessa Hera, ma anche i centralinisti che erano di turno per le emergenze la mattina dello scoppio e che, per l'accusa, sottovalutarono le richieste di intervento. Le accuse formulate sono omicidio colposo plurimo, disastro e incendio colposo.

GLI IMPUTATI. In particolare gli imputati sono: l'autore del progetto di metanizzazione di Acoser (chiesti 5 anni); il direttore grandi lavori Acoser dell'epoca (5 anni); il direttore lavori di Acoser nel periodo 1989-1992 (5 anni); due legali rappresentanti di altrettante società che avevano ottenuto gli appalti per seguire i lavori (3 anni e 6 mesi); l'ingegnere collaudatore (5 anni); il responsabile della direzione tecnico produttiva di Seabo dal '97 al 2000 (5 anni e mezzo); il capo gestioni reti di Seabo (5 e mezzo); il responsabile area reti di Hera (6); due addetti del distretto di Loiano (inizialmente stralciati poi rientrati nel processo, 5 anni); i due addetti al centralino emergenze di Hera che presero le richieste di intervento da San Benedetto del Querceto (3); il capotecnico di Hera che aveva il compito di interpretare le telefonate (3 anni e mezzo). Per tutti il pm ha chiesto il riconoscimento delle attenuanti generiche e della continuazione.

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