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Cronaca

Estorsione di denaro e minacce con secchi di acido a barista: un arresto

Denunciato dal proprietario del "Ciokobar" finì in cella, una volta scarcerato chiese "risarcimento" al delatore per i giorni di reclusione. Continui i ricatti, fino al blitz armato nel locale

Finì in carcere dopo essere stato denunciato dal proprietario del "Ciokobar" per furto. Scontata la pena, il galeotto si legò al dito l'accaduto e meditò vendetta contro colui che lo fece finire in manette. Scarcerato, infatti, cominciò a ricattarlo, minacciarlo ed avanzare continue richieste di denaro. Si è così guadagnato un nuovo ingresso alla Dozza, questa volta con l'accusa di tentata estorsione.

Nei guai è finito un pregiudicato di 35 anni, finito in carcere nel gennaio 2007, dopo essere stato denunciato per furto dal barista.

INTIMIDAZIONI E RICATTI. Dopo l’episodio iniziò a covare un latente desiderio di vendetta. Convinto di dover ottenere un qualche “risarcimento” per il periodo trascorso in galera, ha pensato bene di iniziare a chiedere al gestore del bar l’elargizione di somme di denaro, paventando in maniera esplicita possibili ritorsioni violente.

Il barista, pensando di poter evitare maggiori grattacapi, ha per qualche tempo ceduto alle pretese del tunisino. Ma lo scorso sabato l’estorsore, avanzando richieste più sostanziose, si è presentato nel locale ricattando nuovamente la vittima, armato di un coltello a serra-manico e tre bottiglie di acido muriatico.

NUOVO ARRESTO. Dopo le ultime minacce, la vittima informò i militari, che avvisati del nuovo blitz di sabato sono accorsi sul posto sul posto, sorprendendo in flagranza il tunisino. Adesso il reo, invece di godersi, come immaginava, i frutti del suo piano vendicativo, si trova nuovamente rinchiuso presso la Casa Circondariale della Dozza in attesa di comparire di fronte all’Autorità Giudiziaria per rispondere di tentata estorsione aggravata. 

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