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Mercoledì, 22 Marzo 2023
Cronaca

Da Bologna alla Svizzera: così Paola ha ottenuto la sua eutanasia

Affetta dal morbo di Parkinson ormai da anni, la donna di 89 anni si è fatta accompagnare oltralpe dopo aver contattato l’associazione Marco Cappato 

È morta a 89 anni Paola R., cittadina di Bologna che da anni combatteva contro il morbo di Parkinson. La donna, dopo la lunga malattia, ha scelto di farla finita. Sì, ha scelto: dopo aver contattato Marco Cappato, la donna è stata accompagnata in Svizzera, dove lo scorso lunedì 6 febbraio ha ottenuto ciò che avrebbe voluto ottenere qui, in Italia, nella sua Bologna. “Tale decisione – ha fato sapere Paola prima di andarsene – è maturata nel tempo. Dal 2012 un inizio di malessere chiaramente diagnosticato nel 2015. Un graduale e lento decorso verso la totale immobilità.  Ora sono vigile in un corpo diventato gabbia senza spazio né speranza. Anzi stringe, ora dopo ora, inesorabile la morsa. La diagnosi è un parkinsonismo irreversibile e feroce, arrivata oggi ad uno stadio che non mi consente più di vivere. Non sono autonoma in nulla, tranne che nel pensiero”.

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Per l’ultimo viaggio in Svizzera, la donna aveva scelto di contattare l’associazione Luca Coscioni di Marco Cappato, attraverso il loro numero bianco. Ad accompagnare Paola oltralpe sono state Felicetta Maltese, 71 anni, attivista della campagna Eutanasia Legale, e Virginia Fiume, 39 anni, co-presidente del movimento paneuropeo di cittadini EUmans, entrambe iscritte all’organizzazione Soccorso Civile, fondata da Marco Cappato, Mina Welby e Gustavo FraticelliI, che fornisce alle persone che hanno bisogno di accedere ad informazioni, e in alcuni casi assistenza logistica e finanziaria, per ottenere aiuto medico alla morte volontaria.

Proprio Maltese e Fiume, le due donne che hanno accompagnato Paola in Svizzera, giovedì 9 febbrai denunceranno il proprio atto di disobbedienza civile alla caserma dei Carabinieri di via Vascelli 2, a Bologna, accompagnate dall’avvocata Filomena Gallo, segretario dell’associazione Luca Coscioni. Lo stesso Marco Cappato, in qualità di responsabile, autodenuncerá in veste di legale rappresentante dell’associazione Soccorso Civile che ha organizzato e finanziato il viaggio verso la Svizzera.

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