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Cronaca

Suicidio medicalmente assistito, Cappato: "Una bolognese mi ha chiesto di accompagnarla in Svizzera"

Boom di richieste ma la sentenza della Consulta parla chiaro: devono sussistere determinate condizioni

"Ci siamo impegnati ad aiutare altre due persone ad andare in Svizzera, una delle quali a Bologna già nei prossimi giorni” ha dichiarato Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni e fondatore dell'associazione Soccorso Civile. Il tema è quello del suicidio medicalmente assistito, per il cui diritto l'associazione Coscioni si sta battendo avendo da tempo ingaggiato una battaglia legale che recentemente ha prodotto una sentenza da parte della Corte costituzionale che di fatto disciplina alcuni casi di applicazione favorevole.

Proprio in virtù di questo allargamento di recente l'attività si è allargata a dismisura, con le richieste di accompagnamento oltrefrontiera aumentate del 111 per cento, scrive l'associazione. Per questo, altre persone -in tutto una decina- hanno dato il loro assenso per affiancare Cappato nel condividere i rischi giudiziari legati a questo tipo di attività.

"L’allargamento è indispensabile per far fronte a una sempre maggiore richiesta. Sono aumentate del 111% le persone alle quali l'Associazione Luca Coscioni, negli ultimi 12 mesi, attraverso tutti i suoi canali, tra i quali il Numero Bianco sul fine vita (06 9931 3409), ha fornito prima le informazioni e poi, in alcuni casi, un aiuto pratico sul tema, a partire dal modulo per la richiesta di verifica delle condizioni per accedere al c.d. “suicidio assistito” in Italia". Le informazioni o aiuto per la Svizzera -dove la pratica è legale- sono fornite da Marco Cappato con Soccorso civile. 

"Richieste aumentate del 111 per cento"

Nello specifico, in totale, nell’ultimo anno, sono state  351 le persone che hanno richiesto informazioni di questo tipo (contro le 166 dei 12 mesi precedenti), ovvero quasi 30 al mese. 62 richieste da gennaio 2023 (+313% rispetto alle 15 dello stesso periodo dell'anno precedente). Mentre 1.246 è il numero di persone che più in generale hanno chiesto informazioni sul fine vita (Testamento Biologico, cure palliative, interruzione terapie).

Le prossime persone malate che verranno accompagnate in Svizzera -specifica l'associazione- non possono accedere alla tecnica in Italia in quanto, come nei recenti precedenti di Massimiliano, Romano (parkinsonismo) e Elena Altamira (paziente oncologica), non sono in possesso di uno dei requisiti previsti dalla sentenza della Consulta 242/2019 Cappato-Antoniani, ovvero non sono “tenuti in vita da trattamenti di sostegno vitale”.

"Nel nostro Paese, proprio grazie alla disobbedienza civile di Cappato per l’aiuto fornito a Fabiano Antoniani e quindi grazie alla sentenza 242 della Corte costituzionale l’“aiuto al  suicidio” è possibile legalmente quando la persona malata che ne fa richiesta è affetta da una patologia irreversibile, fonte di intollerabili sofferenze fisiche o psicologiche, pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli e - appunto - è tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale". Tali condizioni devono essere state verificate dal SSN, come accaduto nel caso di Federico Carboni, il quale lo scorso giugno ha potuto accedere al “suicidio assistito” senza che l’aiuto fornito configurasse reato.

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