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Cronaca

Eutanasia legale, bocciato il referendum: l'Emilia-Romagna aveva trainato la raccolta firme

E' stata tra le prime 5 regioni per raccolta firme

Ieri, 15 febbraio, l'udienza in Corte costituzionale ha giudicato inammissibile il referendum sul fine vita (eutanasia legale).

Si sarebbe dovuto votare in promavera, ma così non sarà: un milione e duecentomila firme non sono bastate perchè, secondo la consulta "non sarebbe preservata la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili”.

L'Emilia-Romagna aveva trainato la campagna, tanto da posizionarsi tra le 5 regioni per raccolta firme, comprese quella dell'allora sindaco Virginio Merola e dell''attuale Matteo Lepore e a Bologna il 13 febbraio i promotori si erano riuniti per una presisio sotto le due torri. 

Non è passata quindi l''Abrogazione parziale dell'articolo 579 del Codice penale (omicidio del consenziente)' e ora si attende il deposito della sentenza. 

Il referendum 

Per iniziativa dell'Associazione Luca Coscioni, il 30 giugno scorso era iniziata la raccolta firme: "Ammalarsi fa parte della vita. Come guarire, morire, nascere, invecchiare, amare. Le buone leggi servono alla vita: per impedire che siano altri a decidere per noi, in nome di Stati o religioni; per garantire libertà e responsabilità alle nostre scelte, drammatiche e felici", scriveva l'Associazione. 

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Legge Eutanasia legale: Emilia-Romagna nella top 5 per firme raccolte, 3.500 a Bologna

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