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Sabato, 20 Aprile 2024

L'ultimo viaggio di Paola, in Svizzera per morire: "Le abbiamo tenuto la mano, era serena e determinata"

La testimonianza di Felicetta e Virginia che oggi si sono autodenunciate ai Carabinieri dopo aver accompagnato Paola, che ha scelto l'eutanasia, a seguito di anni di lotta con il morbo di Parkinson

C’è un nuovo capitolo nella storia di Paola R., la donna bolognese di 89 anni che ha scelto di morire volontariamente dopo anni di lotta con il morbo di Parkinson. Dopo aver accompagnato Paola in Svizzera, dove è morta lo scorso lunedì 6 febbraio, le due attiviste dell’associazione Soccorso Civile Felicetta Maltese e Virginia Fiume si sono recate alla caserma dei Carabinieri di via Vascelli 2 per autodenunciarsi. Con loro c’era anche la segretaria dell’associazione Luca Coscioni, Filomena Gallo, e il responsabile dell’organizzazione Marco Cappato.

La determinazione di Paola

“Continueremo a fornire aiuto alle persone che lo richiedono – dice l’avvocata Filomena Gallo dopo aver depositato l’autodenuncia delle due attiviste – fino a quando lo Stato non emanerà una legge che rispetti il diritto di scelta di tutti i malati che scelgono il fine vita. È importante evidenziare che ci sono delle persone che rischiano il carcere per aiutare altre persone ad essere libere fino alla fine. In Italia, sul tema, il Parlamento è del tutto indifferente, nonostante gli inviti della Corte costituzionale a legiferare sulla questione per ben due volte, nel 2018 e nel 2019. Da allora, il Parlamento non ha fatto nulla”.

“È stato veramente importante vedere la determinazione nella sua scelta della signora Paola – dice Virginia Fiume, una delle due attiviste che ha accompagnato la donna bolognese nel suo ultimo viaggio in Svizzera –. Le sue condizioni fisiche erano estremamente limitanti, ma la sua mente no. Anche il modo in cui ha tenuto in mano la penna per firmare gli ultimi documenti è stato incredibile. Anche in quel momento, non ho mai visto un essere umano più sereno e desideroso della signora Paola”. 

“La nostra proposta di legge – dice Marco Cappato, fondatore dell’associazione Luca Coscioni e responsabile dell’organizzazione Soccorso Civile – è stata depositata ormai nove anni fa. In tutto questo tempo, nessun Governo e nessuna maggioranza di qualsiasi colore si è mai dimostrata in grado di affrontare il tema. L’unica cosa che voglio aggiungere è che l’azione di Virginia Fiume e Felicetta Maltese è per interrompere la violenza che lo Stato italiano impone su tante e troppe persone che soffrono”.

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