rotate-mobile
Cronaca

Uno bianca, Eva Mikula ex di Fabio Savi: "Per me pena a vita, niente protezione o risarcimento"

La donna vive tra Londra e l'Italia: "I parenti delle vittime mi giudicano moralmente complice e colpevole. La giustizia italiana ha dimostrato la mia estraneità"

"La mia pena è infinita, è a vita; niente protezione, niente anonimato, niente risarcimento. Vivo nel baratro del mio passato, nascondendomi nell'oblio per affrontare e sconfiggere ogni giorno il pregiudizio dell'opinione pubblica, conquistare il mio quotidiano e dare speranza a quella dei miei figli". Così Eva Mikula, ex compagna di Fabio Savi, componente della banda della Uno Bianca, unico non poliziotto.

Mikula, di nazionalità romena, che vive tra Londra e l'Italia, ha scritto una lettera aperta, all'Ansa, indirizzata all'allora pm di Rimini Daniele Paci e ai poliziotti Luciano Baglioni e Pietro Costanza: "Vi ricordate di me? Di Eva Mikula? Vi siete mai chiesti in questi 25 anni se è vittima, complice o sopravvissuta? Sicuramente no. Vi siete presi tutto il merito, certo, io sono di troppo dopo avermi spremuta come 'un limone' e abbandonata al mio destino. Una povera ragazza romena insignificante per la società italiana".
Lo Stato Italiano, prosegue la donna, "ha risarcito i parenti delle vittime con miliardi di lire. Voi avete avuto i meriti e gradi. Ed io? Ero un personaggio scomodo sia per i buoni che per i cattivi, nulla è cambiato". 

Uno Bianca, la madre di Stefanini: "Non sappiamo ancora la verità" | VIDEO 

 "I parenti delle vittime - continua - mi giudicano moralmente complice e colpevole. La giustizia italiana (4 processi in Corte d'assise e 2 in appello ed 1 in Cassazione) ha dimostrato la mia estraneità ai crimini. La mia collaborazione, testimonianza, rischio vissuto e anni di vita dedicati per condannare i criminali, liberando anche degli innocenti... tutto è svanito nel nulla". "Mettetevi una mano sulla coscienza, affinché sono ancora viva. Vi farebbe onore. Basta riprendere i fascicoli e le telefonate fra le varie procure di quella notte... 24 novembre 1994". L'invito è di farlo "a nome delle vittime, a nome dei feriti e a nome dei innocenti come William, Peter Santagata e altri. Anche la mia vita vale qualcosa. Non cerco meriti anche se potrei pretendere molto. Vorrei comprensione, lealtà, considerazione e protezione", aggiunge. "Ma quale Tipo Bianca? Quale bar? Quale licenza di pesca? Era il vicino di casa che non c'entrava nulla ma capisco che la cattura dei Savi va raccontata e giustificata in qualche modo per dare risposte al pubblico interesse", dice ancora Eva Mikula, con riferimento alle modalità di individuazione della banda. 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Uno bianca, Eva Mikula ex di Fabio Savi: "Per me pena a vita, niente protezione o risarcimento"

BolognaToday è in caricamento