Sgombero ex Telecom, è l'ora delle accuse: 'Merola si vergogni, colpa della sua incapacità"
Da Sel a Fi, muro contro l'amministrazione. Lo sgombero "una guerra annunciata": sferra l'attacco Lisei. Gli fa eco Bignami: Merola "dovrebbero essere qui, a vergognarsi". Anche Sel mette all'indice il sindaco: "Non essere lì a esercitare il dovere di mediazione sociale significa accettare che a essere sgomberati non siano solo i bambini, ma la democrazia"
Fioccano polemiche sull'amministrazione dopo l'avvio del faticoso sgombero che in queste ore si sta tentatndo all'ex Telecom di via Fioravanti, dove hanno trovato dimora circa 300 persone, tra cui 104 bambini.
"Questo è golpismo istituzonale - ha detto a Bologna Today il consigliere comunale SEL Mirko Pieralisi - impugnando regolamenti e carte bollate, usando la forza pubblica e un impotente schieramento militare, si vuole riportare l'ordine del vuoto e delle ragnatele dell'assenza di vita, ". Secondo Pieralisi si tratta di "regole senza'anima" dettate da Istituzioni, Prefetto, Questore e Ministero dell'Interno che stanno "adottando un atteggiamento golpista, a fronte delle dignità delle persone che stanno qui. L'atteggiamento più ragionevole sarebbe che chi è arrivato qui con le camionette se ne tornasse indietro, e si incomincia a ragionare".
OPPOSIZIONE CONTRO SINDACO E ASSESSORE AL WELFARE. Lo sgombero "come annunciato" si sta rivelando "una guerra" e per Marco Lisei, consigliere comunale di Forza Italia, la colpa è prima di tutto del sindaco Virginio Merola "che ha bloccato lo sgombero ad agosto"; così come delle responsabilità le porta anche l'assessore comunale al Welfare, Amelia Frascaroli, "che li ha legittimati". E' "colpa- insiste Lisei su Faceobook- di chi ha avvisato ed ha consentito si barricassero in estate. Questi costi li paghiamo noi".
Attacca su Facebook anche il consigliere regionale forzista e candidato sindaco Galeazzo Bignami che ''avvista'' "alcune delle famiglie perbene che dal tetto dello stabile organizzano la pacifica resistenza. Brava alla sinistra che sotto la bandiera della solidarietà crea tensione sociale e vera e propria violenza. Ovviamente le famiglie saranno tutte italiane e la bandiera palestinese è così, per folclore...".
Nel frattempo, per effetto dello sgombero, "la Bolognina è bloccata, con costi sociali enormi: ritardi al lavoro, bambini che non arrivano a scuola, aziende bloccate... Il conto mandatelo a Frascaroli, che ha detto che le occupazioni creano valore sociale". Secondo Bignami, Frascaroli e Merola "dovrebbero essere qui, a vergognarsi" per il caos "che la loro incapacità ha creato", mentre va invece "onore alle Forze dell'Ordine, le uniche che in questo delirio rappresentano davvero le nostre Istituzioni", conclude Bignami.
SEL SEMPRE PIù LONTANA DALLA MAGGIORANZA. Lo sgombero all'ex Telecom "segue di pochi giorni le polemiche su quello di via Solferino, e lancia un messaggio preciso: a Bologna il sindaco ha deciso di farsi espropriare del diritto di intervento su questioni che riguardano la vita delle persone". Inoltre, "non essere lì in questo momento a esercitare il dovere minimo di mediazione sociale che spetta alla politica significa accettare che a essere sgomberati non siano solo i bambini, ma la democrazia". Così il parlamentare di Sel Giovanni Paglia va all'attacco, via Facebook.
E Cathy la Torre, capogruppo vendoliana a Palazzo D'Accursio sempre più lontana dalla maggioranza, si chiede come sia "possibile che mentre il Comune cerca disperatamente soluzioni per dare riparo alle famiglie in condizione di maggiore fragilità si assista "ogni giorno ad uno sgombero diverso". L'altro consigliere comunale che ha abbandonato la maggioranza in Comune, Mirco Pieralisi, eletto come indipendente con Sel, parla di "ingiusta, prepotente ed immotivata azione contro persone che hanno dato vita ad uno spazio vuoto lasciato alla speculazione. L'azione contro le famiglie senza casa non è semplicemente un'azione di Polizia, ma un attacco alla dignità delle persone".
AER: "COMMISSARIAMENTO DELLA POLITICA". "300 persone che occupavano un edificio vuoto da 20 anni sono state buttate in mezzo ad una strada senza nulla e senza alternative concrete ed immediate". Così attacca anche Piergiovanni Alleva consigliere regionale l'Altra Emilia - Romagna, per il quale "è evidente che a Bologna è in atto un commissariamento della politica ad opera di Procura e Prefettura che stanno attuando un disegno inaccettabile che mette in grave pericolo la pace e la coesione sociale per far prevalere una linea d'ordine su una situazione che il Comune non riesce a gestire per la sua colpevole insipienza" L'Altra Emilia - Romagna condanna "questi metodi e questa malintesa concezione della legalità e del rispetto delle regole e non ci stancheremo mai di ribadire che non esiste legalità laddove non vengono garantiti i diritti minimi di sopravvivenza quali un tetto sulla testa e un lavoro per potersi mantenere dignitosamente".