rotate-mobile
Cronaca

Eredità Faac, continua la lotta dei parenti alla Chiesa: Sequestrate beni

Uno zio chiede al Tribunale di affidare l'eredità a un custode, il suo legale sporge denuncia perchè allontanato durante l'inventario dei beni. Intanto la Curia smentisce le voci sulla vendita dell'azienda

Uno zio del defunto patron della Faac, Michelangelo Manini, che chiede al Tribunale di affidare l'eredità a un custode, il suo legale che sporge denuncia perchè sarebbe stato allontanato durante l'inventario dei beni e la Curia che corre a smentire le voci sulla presunta volontà di vendere l'azienda ereditata: così continua la guerra tra i parenti 'dimenticati' e la Chiesa, che a quanto pare sarebbe l'unica erede dell'immensa fortuna dell'imprenditore bolognese. Così almeno emerge dal testamento ritrovato, messo pero' in discussione dai familiari di Manini, che hanno accusato si tratti di un documento non autentico: 'La firma non è di mio zio', aveva infatti supposto una cugina esclusa dal ricco tesoretto che si conta 214 milioni di euro il fatturato nel 2011, 12 stabilimenti in Europa e 24 filiali commerciali.

INTERVISTA CUGINA MANINI: 'Ho brama solo di verità'
SPUNTA UN 2° TESTAMENTO

Oggi il nuovo capitolo della querelle si pare con la richiesta di sequestrare i beni e l'affidamento a un custode finchè non si andrà a capo della vicenda. E' stato Carlo Rimondi, zio di Manini e suo possibile erede naturale, a presentare in tribunale la richiesta con procedura d'urgenza. I parenti dell'ex patron della Faac si dicono inoltre preoccupati per la possibile vendita - smentita dalla curia di Bologna - del 66% dell'azienda di Zola Predosa ai francesi della Somfy, che già detengono il restante 34%.
 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Eredità Faac, continua la lotta dei parenti alla Chiesa: Sequestrate beni

BolognaToday è in caricamento