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Cronaca

Eredità FAAC, la cugina di Manini: “Non ho nessuna brama di vendita, solo di verità”

La parente che ha impugnato il testamento rassicura i lavoratori, mentre esperti di diritto e grafologi sono a lavoro per sciogliere i dubbi sul lascito. L'avvocato: "Non si escludono azioni urgenti nei confronti dell'azienda"

A suon di dichiarazioni, smentite e no comment, non si placa la querelle sull’eredità di Michelangelo Manini, padre della multinazionale Faac, che avrebbe nominato la Curia come sua erede universale. Va avanti la cugina Mariangela, assistita dall’avvocata Rosa Mauro e confermano i dubbi sulla grafia del testamento olografo che sarebbe stato consegnato da Manini al notaio Sergio Bertolini nel 2008. Interpellato, non ci ha rilasciato alcuna dichiarazione, mentre nell’ambiente si mormora che da qualche anno non fosse più il notaio di fiducia di Manini, “Se così fosse, perché era ancora in possesso di un documento tanto importante? Dimenticanza?” è il retorico quesito dell’avvocata Mauro “Sarebbe come dimenticare un Van Gogh della propria collezione”.

“Non ho altri documenti scritti da Michelangelo in quella data, so però che e la sua firma era più  spigolosa, ma in ogni caso ci sono fior di periti in Italia e nel mondo” ci dice Mariangela, mentre l’avvocata conferma che “Un testamento olografo può essere nullo se la data non è completa, cioè se non vengono indicati esattamente giorno, mese ed anno o per mancanza di autografia. Ad un primo esame appaiono discrasie tra la grafia del testo e quella della sottoscrizione. Tecnicamente l’inchiostro è parlante per 4-6 anni e cioè chiaro e fresco, mentre in questo caso abbiamo interpellato un perito grafologo-giudiziario. Si tratta di un lavoro di fino e molto impegnativo che va seguito da motivazione”.

Ma gli altri parenti? Mariangela non li ha contattati e nessuno l’ha avvicinata né prima né dopo la scomparsa di Michelangelo. “Si dice che qualche mio parente abbia suonato al campanello della Curia per mettersi in lista o salire sul carro, ma secondo me non si sono fatti avanti poiché solo io posso riconoscere la grafia di Michelangelo, avendo imparato a scrivere insieme e fatto i compiti nello stesso tavolo di cucina per 10 anni”.

La prima udienza si terrà il 27 settembre e alla Curia spetta l’onere della prova di validità, ovvero dovrà esibire controperizie e documenti che screditino la versione di Mariangela: “Non penso che potranno dimostrare l’indimostrabile, salvo, come mi sembra di capire, un parroco che riferirà sul desiderio di mio cugino di lasciare tutto alla Chiesa... Io non voglio contestare la sua volontà, non ne ho titolo, le conversioni in punto di morte sono all’ordine del giorno, contesto il documento del 1998”.

Tuttavia, secondo l’avvocato, la Curia non ha ancora accettato l’eredità, avrebbe tempo fino a fine giugno. Nel frattempo un suo rappresentante siede nel CDA e, tramite l’avvocato Andrea Moschetti, ha dimostrato tranquillità e dichiarato l’intenzione di andare avanti.
“Siamo tutti tranquilli” replica Rosa Mauro “la Curia perché, come è noto, non si occupa di questioni economiche e terrene, la mia assistita perché ha agito nell’interesse della giustizia e della verità, ma non escludiamo azioni urgenti nei confronti dell’azienda”.

Ma come si comporterebbe Mariangela se subentrasse all’eredità Faac? “Al momento non ho idea, ma ci tengo a rassicurare i lavoratori della Faac: non ho nessuna brama di vendita, frammentazione o altro. Qualche dipendente, sindacalista o parroco se la sente di affermare che la ricerca della verità sia un male? Se venissi smentita, sarei la prima a rallegramene perché si conclamerebbe una volontà di Michelangelo certa e senza ombra di dubbio”.
 

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