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Cronaca

Eredità Faac: sequestrati dalla Procura i tre testamenti di Michelangelo Manini

Un fascicolo contro ignoti per falso, aperto dopo che sono stati presentati esposti nei mesi scorsi dai parenti di Manini: l'esame grafologico proverebbe divergenze

La Procura di Bologna ha disposto il sequestro di tre testamenti nei quali il defunto proprietario della Faac, Michelangelo Manini, lasciava tutti i propri beni, compresa la maggioranza delle quote della multinazionale dei cancelli di Zola Predosa, all'Arcidiocesi bolognese. Sulla vicenda esiste infatti un fascicolo contro ignoti, per falso, aperto dopo che sono stati presentati esposti nei mesi scorsi dai parenti di Manini.

FONDAMENTALE IL SEQUESTRO DEI TESTAMENTI. Titolari dell'inchiesta sono il procuratore aggiunto Valter Giovannini e il sostituto Massimiliano Rossi. Il sequestro, che lascia i tre testamenti nella disponibilità di tre distinti notai, è stato deciso proprio per dirimere la questione. L'eredità di Manini è anche oggetto di contenzioso civile: i parenti in quella sede avevano impugnato i testamenti, e il tribunale alla fine dello scorso anno aveva disposto il sequestro e l'affidamento dell'azienda ad un custode.

PARENTI E TESTAMENTI CON TANTO DI ESAME GRAFOLOGICO. Gli esposti erano stati presentati il 23 ottobre e il 15 novembre dall'avv. Paola Cagossi, che assiste in sede penale la cugina di Michelangelo, Mariangela Manini, e lo zio Carlo Rimondi. Alle denunce e stata allegata una consulenza grafologica di parte, che conclude per la non autenticità delle tre schede testamentarie. I primi due testamenti furono pubblicati a marzo 2012, dopo la morte del patron; il terzo il 24 aprile. Ci sarebbero - secondo questa consulenza - divergenze tra alcune frasi presenti nei testi e le firme.

ACCERTAMENTI IN MANO ALLA PROCURA. Ora sarà la Procura probabilmente ad avviare accertamenti sui documenti. Nell'ambito di questa indagine, a dicembre sono stati sentiti Manini e Rimondi, così come dai due pm era stato convocato anche mons. Gianluigi Nuvoli, economo della Diocesi. La Curia bolognese (rappresentata dall'avvocato Filippo Sgubbi) é persona offesa in questo procedimento e laddove si dovessero fare accertamenti tecnici parteciperà attraverso i propri legali. Rossi e Giovannini sono poi titolari di un'altra indagine, per furto (e anche questa contro ignoti), su una presunta e misteriosa irruzione scoperta e denunciata il 27 maggio, nello studio dell'avvocato Andrea Moschetti, indicato dall'Arcidiocesi come presidente della Faac. Nell'ufficio erano stati trovati fuori posto documenti proprio relativi al faldone sulla Faac, anche se dai primi accertamenti sembrava non mancare nulla. Sull'episodio gli investigatori conservano il riserbo. A carico di mons. Nuvoli, infine, era stata presentata dai parenti di Manini una querela per diffamazione a mezzo stampa, in seguito a dichiarazioni del sacerdote, che è presumibilmente indagato per questo reato.

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