rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Eredità Faac: “Spariti 30 milioni dall’eredità”, spunta un altro testamento

Oggi l'udienza sul sequestro del patrimonio di Michelangelo Manini davanti alla Giudice Squarzoni. Gravi sospetti dello zio del defunto sulla sparizione di 30 milioni di euro da un conto corrente. La disputa va avanti a suon di querele

Brevissima l’udienza di oggi sul sequestro del patrimonio Manini, davanti al Dottoressa Maria Fiammetta Squarzoni che è stata informata del provvedimento di sospensione del sequestro della Faac. La seduta è stata anche occasione per depositare richiesta di anticipazione della prossima udienza da parte dell’avvocata Rosa Mauro che, per conto di Mariangela Manini e Carlo Rimondi, per prima ha promosso la causa di impugnazione dei testamenti presunti olografi che vedrebbero la Chiesa beneficiaria del patrimonio di Michelangelo, scomparso il 17 marzo scorso. L’Avvocato Michele Sesta, che rappresenta l’Arcidiocesi di Bologna, si è dichiarato palesemente soddisfatto per il successo della sua istanza, basata questa volta sulla pubblicazione di un ulteriore (il terzo secondo la Curia) testamento olografo, uguale ai due precedenti. Quest’ultimo sarebbe stato reso pubblico, con atto notarile, il 15 ottobre scorso, ma rinvenuto il 23 maggio, dopo, si afferma, la chiusura  dell’inventario.

L'AVVOCATA ROSA MAURO. “Sabato mattina è’ stata depositata istanza di anticipazione dell’udienza del 29 gennaio 2013, ricorrendone i presupposti” dichiara l’avvocata Rosa Mauro a Bologna TodaySarà impugnata anche la terza scheda testamentaria in quanto tre schede apocrife (fasulle - n.d.r.) non ne fanno una valida: ciascuna dovrà essere sottoposta al vaglio dei periti. Anche la terza scheda sarà oggetto di separato esposto di denuncia querela per falso nei confronti di ignoti”.

CARLO RIMONDI. “Ribadisco la mia convinzione sul sequestro, non per ingessare la Faac, ma anche per chiarire la scomparsa, il 12 luglio, di 30 milioni di euro, parte del compendio ereditario, come da verbale del 23 maggio 2012”, ci dice Carlo Rimondi. “Dalle nostre prime informazioni sembrerebbe che un delegato dell’Arcidiocesi di Bologna abbia vuotato un conto corrente in una banca di Torino, presentando una certificazione notarile attestante l’assenza di contestazioni sul lascito alla Curia, mentre, era già stata fatta istanza di sequestro, già pubblicato un altro testamento più recente, quello del dentista Corneti, mentre io e mia nipote avevamo già impugnato i due presentati dalla Curia”. Gravi sospetti quelli dello zio Carlo sulla gestione dell’eredità: “Se non è stata una banale disattenzione, confido che la Curia rimetta l’ingente cifra nella disponibilità del compendio patrimoniale o, quantomeno, informi cosa intenda fare di quei soldi. Non ho paura dei poteri forti”. In merito alla sentenza di sequestro, emessa qualche giorno fa dalla dottoressa Squarzoni “Sono stato informato che la Curia di Bologna ha indicato nel suo reclamo, non solo la pubblicazione di un terzo testamento olografo, uguale agli altri due che i miei periti mi attestano come apocrifi, con buona pace del CdA Faac, ma anche perché hanno dichiarato che la mia indigenza economica potrebbe essere un rischio, non potendo pagare i danni che la Chiesa chiederebbe. Con l’occasione informo la Chiesa che il custode nominato non sono io ma un esperto. Tengo a precisare che è strano il fatto che uno  zio di Michelangelo Manini – proprietario del 66% di FAAC SpA e con un inventario patrimoniale totale stimato in 1,7 miliardi di Euro – sia definito indigente da chi invece, con atto di somma bontà universale, ha ricevuto tutti i beni del nipote, il quale evidentemente si era dimenticato dello zio, ovvero era convinto che solo la Chiesa Cattolica facesse opere di Carità. Ove sia vero che la Curia abbia dichiarato pubblicamente me come indigente, le darò ampia facoltà di dimostrare questo particolare in Tribunale. Sicuramente la Curia di Bologna non avrà nessun problema di liquidità per pagare i danni che noi chiederemo quando verranno riconosciuti i nostri diritti, visto che ha quei 30 milioni e, sono certo, essendo stato sospeso, su sua richiesta, il provvedimento di cautela, altri ne spariranno”.

Sia Carlo Rimondi sia Mariangela Manini hanno oggi presentato querela-esposto di falso contro ignoti per individuare l’autore di tutti documenti dichiarati testamentari e pubblicati dalla Curia in quanto un perito grafologo ha accertato che sono palesemente “apocrifi”. Una seconda querela penale i due parenti di Michelangelo Manini l’hanno depositata contro l’Economo della Curia, Monsignor Gian Luigi Nuvoli, per le sue dichiarazioni rese pubblicamente dove si accusavano i parenti di intraprendere azioni legali unicamente allo scopo di “ricattare” la Chiesa e di dire “cose stupide”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Eredità Faac: “Spariti 30 milioni dall’eredità”, spunta un altro testamento

BolognaToday è in caricamento