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Cronaca / Castel del Rio

Omicidio di Castel del Rio, 10 anni al minorenne reo confesso

Fabio Cappai, 23 anni, fu ucciso dopo una violenta lite. La famiglia: "Speravamo in una pena più alta". Per gli altri due giovani imputati, condanne dai 4 ai 6 anni

La giudice del Tribunale per i minorenni, Francesca Salvatore, ha condannato a 10 anni il ragazzo reo confesso per la morte di Fabio Cappai, 23 anni, ucciso a coltellate al campo sportivo di Castel del Rio, il 16 luglio 2021. Il minore, 17 anni, assistito dall’avvocato Alberto Padovani, era accusato di omicidio volontario e porto d’armi abusivo. Altri due ragazzi, minorenni all’epoca dei fatti, difesi dagli avvocati Giovanna Cappello e Giovanni Marchi, sono stati condannati a 6 anni e 2 mesi e a 4 anni e 9 mesi per concorso anomalo in omicidio. Tutti e tre rispondono anche di lesioni aggravate nei confronti di un amico della vittima. La pm Cristina Sallusti aveva chiesto 12 mesi per l'imputato principale e sette anni e quattro mesi per gli altri due. La giudice, che ha riconosciuto le attenuanti generiche, avrà ora 90 giorni di tempo per depositare le motivazioni.

La violenta rissa al campo sportivo

Fabio Cappai, secondo le ricostruzioni, morì al termine di una violenta rissa per futili motivi. Gli animi si scaldarono, i ragazzi furono cacciati dal bar del paese per poi ritrovarsi e affrontarsi al campo sportivo, dove Cappai venne ucciso con alcune coltellate al petto e al dorso. Il giovane morì poco dopo l’aggressione, nonostante i tentativi del 118 di rianimarlo. Il giorno dopo la morte di Cappai, arrivò la confessione del ragazzo che lo aveva colpito.

La messa alla prova per un quarto ragazzo

Per un quarto ragazzo, che aveva avuto un ruolo più marginale la sera della morte di Cappai, il mese scorso è arrivato l’ok alla messa alla prova, che prevede scuola, attività di volontariato e sostegno psicologico. "Abbiamo trattato quello che era il programma definito dall’Ufficio di servizio sociale per i minorenni – aveva spiegato in quella occasione il suo avvocato, Gabriele Bordoni -. La procedura è stata sospesa col rinvio fra tre anni del proseguo del processo per verificare la messa alla prova e il suo esito. Ci saranno quindi dei momenti interlocutori fino ad allora per la verifica dell’andamento della prova".

Le dichiarazioni spontanee oggi in aula

Anche l’avvocato degli altri due ragazzi, condannati oggi a 6 anni e 2 mesi e a 4 anni e 9 mesi, nell’annunciare ricorso in appello, con richiesta di derubricazione del reato a rissa aggravata, chiederà nuovamente la messa alla prova (Map) per entrambi. "Ho chiesto che il reato venisse derubricato in rissa aggravata perché è pacifico secondo la mia linea che c'è stata una provocazione", ha aggiunto l'avvocata Cappello. Durante l'udienza sono state fatte delle dichiarazioni spontanee. Per quanto riguarda gli imputati per concorso anomalo in omicidio, Cappello ha riferito che "hanno detto che si rendono conto di essere stati responsabili dei fatti occorsi nelle modalità di una rissa che andava evitata".

L'avvocato della famiglia: "Ci aspettavamo una pena più alta"

"La verità è che ci si aspettava una pena più alta e c'è amarezza. Capiamo le caratteristiche del procedimento minorile, ma quantomeno ci saremmo aspettati una condanna in linea con le richieste del pubblico ministero", ha detto Daniela Mascherini, l'avvocata che assiste la famiglia di Cappai. "Non c'è nessuna pena che avrebbe mai potuto alleviare questa situazione e il dolore che c'è per questa tragedia", prosegue Mascherini, ma "noi avevamo ritenuto che sussistessero delle aggravanti non contestate" dall'accusa. "Francamente - conclude l'avvocata - pensavamo a delle pene più alte, quantomeno per il ragazzo che ha inferto delle accoltellate".

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