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Cronaca

"Non mi assolvo" è il nuovo brano di Fabio Curto. Il suo primo palco: i portici di Bologna

Intervista. A 5 anni era già alle prese con la tastiera del pianoforte e, arrivato a Bologna, si è dato in pasto alla strada, suonando sotto i portici. "Non mollare - gli dicevano - ti rivedremo presto"

E' il vincitore di "The Voice" 2015 e quella sensazione di averlo già visto prima, per qualche bolognese ha una bella spiegazione: Fabio Curto per molto tempo è stato artista di strada sotto i nostri portici (QUI IL VIDEO). Dopo il titolo conquistato più che meritatamente nel talent show musicale, guidato dai coach Roby e Francesco Facchinetti, oggi Curto presenta il suo nuovo singolo, che si intitola "Non mi assolvo". Progetti per il futuro? Resta il sogno di Sanremo. 

Raccontaci ci chi è Fabio Curto: anni, di dove sei, quando e perchè sei arrivato a Bologna, come ti sei avvicinato alla musica...

Ho 28 anni. Sono nato ad Acri in provincia di Cosenza, un luogo dove mare e montagna condividono l'orizzonte. Sin da piccolo mi sono appassionato ai suoni della natura e grazie a mio padre ho iniziato a suonare il piano all'età di 5 anni. Non ho più smesso portando avanti negli anni diversi progetti di musica originale e alternando lo studio di diversi strumenti tra cui Chitarra, Harmonica, Basso,batteria e Violino. Ho deciso di affrontare i miei studi Universitari a Bologna e mi sono laureato nel 2011 in Scienze Politiche. Sin dai primi anni qui mi sono innamorato dell'attenzione alla cultura e all'arte che questa città mi dimostrava.

Cosa è successo nell'ultimo anno della tua vita?

In questo ultimo anno me ne sono capitate un pò di tutti i colori: per la musica ho fatto tanti sacrifici, rinunciato a una relazione, non scendevo a casa neanche a Natale perchè i soldi erano pochi e i viaggi costosi. Ma intorno a me avevo tante persone belle e la mia convinzione di fare musica cresceva. Il pomeriggio in cui ho appreso di non esser stato selezionato per Sanremo nuove proposte, appena dopo un'ora mi hanno telefonato dalla redazione di The Voice. Ho esitato moltissimo, ma alla fine ho deciso di partecipare. Ho vissuto l'intera permanenza all'interno del programma come un dono e cercavo di dare sempre il massimo non dimenticando mai di sorridere. A un certo punto intorno a me si è creata una rete incredibile di persone che mi sostenevano da ogni parte d'Italia e non solo...quello è stato il messaggio che mi ha spianato la strada verso la vittoria, devo tutto al sostegno che ho ricevuto. Ad oggi da vincitore del talent la mia vita è molto più frenetica e impegnata, lavoro molto anche da casa e spesso non ho un secondo per me, ma per ora va bene così, non ho mai creduto alle cose facili, e la salita mi affascina molto di più della discesa.

Suonare per strada...che cosa ha significato? Quali reazioni della gente ti hanno fatto capire che la strada (eh, giochiamo pure con le parole stamattina!) era quella giusta?

In strada ho ricevuto sempre consensi, ma anche indifferenza, tutte cose che mi hanno forgiato tanto la corazza. Spesso mi è accaduto che si fermasse una persona particolarmente sensibile e interessante dicendomi "ragazzo mio, non mollare, sono sicuro che ti vedrò in alto molto presto"...era un'emozione inspiegabile, non esiste cosa più bella di generare bellezza al servizio di tutti con un mestiere che ami e queste parole mi davano tanta forza anche se poi al supermercato pagavo in pezzi da 20 cent..ahahahah, era fantastico, sembrava di vivere in un film ambientato in America negli anni 20...

La reazione della tua famiglia al tuo successo...

La mia famiglia e il mio paese mi sono stati tanto vicino dandomi un amore che non si può spiegare a parole..prima di iniziare ogni performance li cercavo tra il pubblico e rassicurandoli con un cenno della mia mano rassicuravo anche me: la loro forza era con me sul palco e la sentivo tutta.

E' uscito da qualche giorno il tuo singolo: ce ne parli?

Il nuovo singolo "non mi assolvo" è un brano pensato e scritto da Roby per la mia voce al quale Stefano D'orazio ha dato un testo. molto appropriato. Ho vissuto questo dono di Roby (Facchinetti ndr) come un gesto di grande affetto e amicizia, elementi che hanno contraddistinto anche il rapporto con i coautori e produttori de "L'ultimo esame" (Simone Bertolotti L'Aura ed Emiliano Bassi) pezzo con il quale sono arrivato in finale. E' stato bellissimo lavorare con tali professionisti e spero la nostra collaborazione continui.

Come ti vedi fra 10 anni?

In un immediato darò il massimo per conquistarmi un posto all'Ariston, sarebbe un grande traguardo per me e ce la metterò tutta. Da qui a dieci anni vedo almeno 4 album diversi l'uno dall'altro, dal folk/soul americano al sound mediterraneo con un album anche in dialetto Calabrese. Ho sempre composto musica molto diversa, ne ho bisogno e trovo difficoltà ad incasellarmi in un genere.
 

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