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Cronaca Zona Universitaria / Via Zamboni, 38

Facoltà di Lettere: “Qualcuno conosce un luogo di studio più degradato e imbrattato?'

Così recita un volantino di denuncia che circola su web e per i corridoi di via Zamboni 38. A traino della singolare 'protesta' un professore, che chiede: "Torni luogo di cultura e decoro"

“Qualcuno conosce, a Bologna, un luogo di studio più degradato, imbrattato, brutto della Facoltà di Lettere e filosofia? Dico via Zamboni 38....Possibile che non sia concepibile una facoltà umanistica pulita e senza orribili, cretine, primitive, presuntuose, penose scritte su quasi ogni parete disponibile?”,
Così recita un volantino che circola in questi giorni nei corridoi della Facoltà di Lettera di via Zamboni, al numero 38. Ed in effetti entrando nell’edificio storico, imbrattato qua e là da scritte e scarabocchi, poco si percepisce quel ‘decoro’ estetico che ci si aspetta in un luogo di cultura, affidato ad una delle più prestigiose e longeve facoltà del mondo.

A sollevare la ‘protesta’, facendo volantinaggio divulgativo e attivandosi sui social network, è un professore, che in via Zamboni 38 però transita da studente, per prendere l'abilitazione per insegnare filosofia e storia. Si chiama Gualtiero Via, 52 anni, due bimbi, una laurea in Storia contemporanea. Insegnante di italiano e storia alle superiori.
Attraverso il gruppo ' Via Zamboni 38 torni luogo di cultura e decoro', creato ad hoc per ‘informare e denunciare il degrado dei locali della Facoltà di Lettere attraverso, possibilmente, azioni positive che possano propiziare una via d'uscita’, Via spiega: “Mi sono ritrovato a venire varie volte al 38 di via Zamboni, ndr), da marzo: ricevimento coi professori, prestito in biblioteca, queste cose  La decisione di creare il gruppo è nata d'impulso. La settimana scorsa, di ritorno da una di queste puntate in facoltà, alla sera ho postato su FB la domanda -fra noi- ormai ripetuta, "Qualcuno conosce, a Bologna, un luogo di studio più degradato ecc. ecc.?"  In pochi minuti han cominciato a fioccare i "mi piace", anche di persone, certo, amiche, ma con cui non interagivo da mesi e mesi. Per me la cosa ebbe il valore di una specie di mini-mini sondaggio. Mi dissi che valeva la pena di valorizzarla.  E creai il gruppo -anche perchè è davvero facile con FB: non sono uno "smanettone", per nulla.”

Ecco. Come è nata la ‘protesta’, sulla scia anche di un’iniziativa analoga, lanciata due anni fa in una scuola del centro, che aveva locali sporchi. “Una collega prese a cuore la cosa, - aggiunge Via - raccolse firme fra colleghi e portò la questione in Collegio docenti. Per vari giorni venne a scuola -e non solo lei- con un foglio A4 attaccato sulla schiena con un breve testo contro lo sporco e il degrado”.  Un po' come il foglio che il professore ha distribuito in questi giorni.

La storia insegna, e speriamo che a qualcosa possa servire. Non a polemizzare in maniera sterile, bensì a dare il via ad azioni edificanti, che possano ridare pulizia e ‘decoro’, come sollecita il professor Via, come si confà ad un luogo di cultura.

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