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Venerdì, 19 Aprile 2024

Famiglie omogenitoriali in piazza contro il Governo: "Rendiamo migliore il nostro paese" | VIDEO

Circa trecento persone in Piazza Maggiore per protestare contro la decisione dell'esecutivo di interrompere le registrazioni dei figli nati da coppie omogenitoriali. Presente il sindaco di Bologna Lepore e la sindaca di San Lazzaro Conti

Il cielo è grigio, ma Piazza Maggiore è tutta color arcobaleno. A colorarla sono le circa trecento persone scese in strada per protestare contro la decisione del Governo Meloni di interrompere le registrazioni dei figli nati da coppie omogenitoriali. Soltanto qualche giorno fa era balzato alle cronache il caso di Milano, dove il prefetto – spinto da una circolare del Ministero dell’Interno – aveva di fatto costretto l’amministrazione guidata da Beppe Sala a non compilare integralmente i documenti dei certificati di nascita costituiti all’estero. La decisione era arrivata in commissione Politiche europee del Senato, dove il certificato europeo di filiazione era stato rigettato: il documento prevede che la genitorialità stabilita in uno Stato membro venga riconosciuta in tutti gli altri Stati membri, senza alcuna distinzione tra coppie eterosessuali, omogenitoriali, figli adottati o avuti con la maternità surrogata (dove consentita). 

Da Bologna, e dalle altre grandi città amministrate da sindaci orbitanti nell’area del centro sinistra, era arrivata una risposta compatta: “L’esperienza quotidiana delle amministrazioni locali – scrivevano in una nota congiunta i sindaci di Roma, Milano, Bologna, Napoli, Firenze, Torino e Bari – dimostra che esistono domande di tutela alle quali non si riesce a dare adeguata risposta. Siamo pronti a discutere di questo con il Parlamento e con il Governo ma, nell’attesa di una legge, noi Sindaci ribadiamo la volontà di agire collettivamente nell’esclusivo interesse dei minori, procedendo alla trascrizione integrale dei certificati di nascita costituiti all’estero con due mamme, non riconducibili a una gestazione per altri, chiaramente esclusa dalla legge”.

La risposta di Bologna

L’amministrazione, con il sindaco in prima fila, ha trovato sponda da oltre cinquanta associazioni che, da tutta la regione dell’Emilia-Romagna, si sono ritrovate in Piazza Maggiore. Famiglie Arcobaleno, Cassero, Rivolta Pride e tante altre: tutte con l’obiettivo comune di far sentire la propria voce. “Siamo in piazza insieme, non ci sono istanze isolate. Il nostro obiettivo è quello di rendere il paese migliore: tutto il contrario di ciò che vuole questo Governo. Da parte loro arriva una violenza inaccettabile per un paese che si definisce democratico. Il modello di famiglia ‘normale’ è ormai in frantumi. L’obiettivo ultimo è quello di far saltare il modello, perché quel modello non rappresenta nessuna, cara ministra Roccella” dicono dal microfono gli attivisti e le attiviste che alternano i loro interventi. Ad ascoltare, oltre alle centinaia di cittadini, anche il sindaco Matteo Lepore, la sindaca di San Lazzaro Isabella Conti, la vicesindaca Emily Clancy e diversi membri della Giunta. 

“A nostro figlio abbiamo raccontato che c’era una festa per lui – ha detto Arianna Ruggeri, socia dell’associazione Famiglie Arcobaleno – con tantissime persone arrivate per giocare insieme a loro. Vogliamo fare in modo che non si sentano bambini e bambine di serie B, cosa che invece questo Governo sta creando”.

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