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Cronaca

Farmaci contro il covid, il documento ufficiale fatto al Sant'Orsola: "15 esperti insieme per delineare le terapie"

L'infettologo Michele Bartoletti spiega il lavoro fatto: "Si vuole rispondere ad alcuni dubbi legati alle cure sul Coronavirus e, soprattutto, si vogliono mettere insieme tutti i dati per capire se un certo di tipo di trattamento conviene farlo o meno sui pazienti"

Michele Bartoletti da 13 lavora come infettivologo al Sant'Orsola-Malpighi ed è ricercatore e docente all'Università di Bologna: è lui il medico incaricato di dirigere l’equipe che la Società europea di malattie infettive e microbiologia clinica (la più importante al mondo) scelto per stilare il documento ufficiale sull’indirizzo terapeutico del Covid-19. 

"Con un panel di 15 esperti - spiega Bartoletti in un'intervista rilasciata ad AnconaToday - provenienti da tutta europa, due da ogni paese, abbiamo stilato un documento ufficiale in cui, in modo analitico e scientifico, si indicano quali trattamenti dare e non dare in corso di Covid-19. In sostanza si vuole rispondere ad alcuni dubbi legati alle cure sul Coronavirus e, soprattutto, si vogliono mettere insieme tutti i dati per capire se un certo di tipo di trattamento conviene farlo o meno sui pazienti". 

Il vademecum: metodi, effetti e controindicazioni delle terapie

In base ad una serie di dati analizzati dal punto di vista matematico vengono consigliati o sconsigliati alcuni farmaci. Un documento di una sessantina di pagine che analizza metodi, effetti e controindicazioni delle terapie. Prosegue il medico: "Ci sono quattro livelli di raccomandazioni: dal fortemente consigliato, al totalmente contrario. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista ufficiale della Società europea di malattie infettive e microbiologia clinica l’altro ieri. Ci abbiamo lavorato circa 9 mesi e abbiamo cercato di mettere insieme tutti i tasselli per dare indicazioni ben precise a tutti i medici. Ci sono professionisti esperti ma che non necessariamente sono in grado di comprendere bene gli studi clinici. Per questo è importante che ci sia uno documento ufficiale come questo e che abbia un valore medico-legale". 

Tanti ancora i dubbi sul covid: "Manca un farmaco che agisca alle prime linee di febbre"

Tra paure e inceretezze, sono ancora tanti i dubbi sul Coronavirus che affliggono la comunità scientifica. Grazie a questo documento si può finalmente fare chiarezza: "All'inizio la sitazione era tragica, vedevamo morire persone tutti i giorni. Quello che purtroppo ancora manca - prosegue Bartoletti - è un farmaco che agisca alle prime linee di febbre, quando cioè il paziente ha poco più di 37. A marzo 2021 sono usciti i cosiddetti farmaci basati su anticorpi monoclonali diretti contro il virus. Ci sono però a riguardo diversi problemi: il primo è la scarsità e il difficile reperimento di questi farmaci. Sono indirizzati ad una categoria ad alto rischio come anziani o immunodepressi e poi, per farseli somministrare, bisogna andare in un centro organizzato che li iniettino per via endovenosa. Non è così semplice anche perché negli ospedali c'è mancanza di personale".

Tanti i grattacapi dei medici che, nel corso della pandemia, hanno cercato di trovare una soluzione valida: "Nel caso di farmaci usati contro il Covid-19 (come l'idrossiclorochina, gli antibiotici, le vitamine, lo zinco o aspirina) si è visto con certezza che non sono efficaci. Anzi, è stato dimostrato che gli effetti collaterali sono superiori ai benefici. Qualcuno ha provato con gli antibiotici, soprattutto nella prima ondata, che però agiscono contro i batteri mentre il Covid è un virus. Ancora si è usato il cortisone che però dimostra la sua efficacia solo quando il paziente ha bisogno di ossigeno e ha insufficienza respiratoria. Somministrarlo troppo presto, soprattutto nelle fasi precoci della malattia, significa accellerare la replicazione del virus e dunque bisogna essere davvero molto bravi".

Un lavoro complesso e certosino quello dei ricercatori, che ha richiesto mesi di lavoro. Una volta redatta la sintesi, poi,  erano solo all'inizio del processo: "C'è stata una fase di validazione - prosegue il medico - abbiamo mandato tutto ad altri esperti che lo hanno letto, valutato e ci hanno dato suggerimenti per capire come migliorarlo. Poi è stato inviato in una seconda fase pubblica dove tutti i medici potevano scaricarlo, giudicarlo e suggerire dei miglioramenti. Dopo un paio di mesi alla fine è arrivata l'ufficialità e così c'è stata la pubblicazione definitiva".  

Michele Bartoletti ha 38 anni ed è nato ad Ancona, cresciuto a Falconara e, dopo la laurea in medicina all'Università politecnica delle Marche, si è trasferito a Bologna ormai 13 anni fa, dove svolge la professione di infettivologo al Sant'Orsola-Malpighi, di ricercatore e docente all'Università di Bologna.

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