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Cronaca

Uomo di 86 anni muore al Sant'Orsola: era risultato positivo alla Febbre del Nilo

Lo riferisce Ausl Bologna: l'anziano, in seguito alla positività al virus West Nile, era stato ricoverato mercoledì a San Giovanni in Persiceto, poi trasferito a Bologna

All'ospedale Sant'Orsola di Bologna è morto un uomo di 86 anni seguito di complicanze cardiovascolari: l'anziano, in seguito alla positività al virus West Nile con segni di interessamento neurologico, era stato ricoverato mercoledì a San Giovanni in Persiceto, paese della provincia, per un'infezione respiratoria. Era stato quindi trasferito a Bologna. Ieri le sue condizioni si erano aggravate ed è morto poco dopo mezzanotte. Lo riferisce l'Ausl di Bologna.

E' il secondo caso di morti in qualche modo collegate al virus West Nile in Emilia-Romagna, ma in entrambi i casi, spiegano le autorità sanitarie, la causa principale del decesso sono le cattive condizioni di salute e l'età avanzata delle vittime. Il 2 settembre era scomparsa a Reggio Emilia una donna di 82 anni positiva al virus, ricoverata all'ospedale di Santa Maria Nuova. La paziente, residente a Poviglio era già affetta da una severa sindrome immunodepressiva. Di quattro casi di positività registrati nel nosocomio, due pazienti erano stati dimessi, uno è ancora ricoverato e le sue condizioni sono in netto miglioramento.

WEST NILE. La malattia non si trasmette per contatto, ma solo attraverso la puntura di una zanzara infetta. Sono diversi i casi di malattia neuroinvasiva da West Nile virus rilevati in Emilia-Romagna.

TRASMISSIONE E SINTOMI.  La febbre West Nile (West Nile Fever) è una malattia provocata dal virus della famiglia dei Flaviviridae isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda, appunto nel distretto West Nile (da cui prende il nome). Il virus è diffuso in Africa, Asia occidentale, Europa, Australia e America.

I serbatoi del virus sono gli uccelli selvatici e le zanzare (più frequentemente del tipo Culex), le cui punture sono il principale mezzo di trasmissione all’uomo. Altri mezzi di infezione documentati, anche se molto più rari, sono trapianti di organi, trasfusioni di sangue e la trasmissione madre-feto in gravidanza. La febbre West Nile non si trasmette da persona a persona tramite il contatto con le persone infette. Il virus infetta anche altri mammiferi, soprattutto equini, ma in alcuni casi anche cani, gatti, conigli e altri.

Il periodo di incubazione dal momento della puntura della zanzara infetta varia fra 2 e 14 giorni, ma può essere anche di 21 giorni nei soggetti con deficit a carico del sistema immunitario. La maggior parte delle persone infette non mostra alcun sintomo. Fra i casi sintomatici, circa il 20% presenta sintomi leggeri: febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, sfoghi cutanei. Questi sintomi possono durare pochi giorni, in rari casi qualche settimana, e possono variare molto a seconda dell’età della persona. Nei bambini è più frequente una febbre leggera, nei giovani la sintomatologia è caratterizzata da febbre mediamente alta, arrossamento degli occhi, mal di testa e dolori muscolari. Negli anziani e nelle persone debilitate, invece, la sintomatologia può essere più grave.

I sintomi più gravi si presentano in media in meno dell’1% delle persone infette (1 persona su 150), e comprendono febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma. Alcuni effetti neurologici possono essere permanenti. Nei casi più gravi (circa 1 su mille) il virus può causare un’encefalite letale. (Fonte: Epicentro)

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