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Cronaca

La figlia del Cev scrive una lettera: "Non incolpo nessuno"

Toccante e lucida, la lettera che Federica Cevenini ha inviato a Repubblica: "Mio babbo non aveva nemici. Grazie a Merola per avergli dedicato la Sala Rossa, era un suo desiderio"

Una lettera di Federica Cevenini per parlare ancora una volta del suo grande “babbo” e ringraziare Bologna per l’affetto che ha dimostrato in questi giorni dolorosi a lui e alla sua famiglia: “Per la morte di papà non incolpo nessuno. Non sto leggendo i giornali e non guardo i TG, ma mi hanno raccontato che c’è una persona che ha fatto una cosa poco adatta, non credo sia stata fatta in malafede e non cambia la situazione, penso che mio padre avrebbe sorvolato o fatto una mezza battuta. Io sto cercando con fatica di imparare qualcosa da quello che è successo, facciamolo tutti”. 

I funerali di Maurizio Cevenini nella Basilica di San Francesco

TANTE DIMOSTRAZIONI DI AFFETTO. Queste le parole che scrive Federica nella lettera pubblicata su Repubblica, una lettera in cui si descrive un dolore immenso, ma anche il conforto dato da un affetto di grandi proporzioni "E' stata dura per me, ma ho visto in faccia l'affetto e il dolore delle persone che gli volevano bene. Sentire chi mi diceva che mio babbo aveva fatto questo e quello per loro, mi faceva stare meglio, mi ricordava come è sempre stato lui, così ho cercato di essere come lui avrebbe voluto”. Immediate le reazioni sul web, dove si esprime stima nei confronti della ragazza. Il grillino Massimo Bugani scrive: “Una ragazza straordinaria” mentre altri la associano al padre anche in questa ennesima dimostrazione di dignità.

NESSUNA COLPA. “Non incolpo nessuno per quello che è successo, la vita è strana a volte, e altre volte è strana la morte. Lascia amarezza, sicuramente, ed impotenza. Mio babbo non aveva nemici, forse suscitava invidia. Tante volte l’ho invidiato anch’io, per il suo modo di essere e per la sua capacità di trovarsi a suo agio in ogni situazione. Poi faceva discorsi chiari, divertenti o commoventi, e non li aveva preparati! Alla televisione vedo grandi politici con il foglio tra le mani, perché senza sarebbero persi, mio babbo aveva un dono. Avrebbe potuto dare ancora, ma non è stato così. Rimane però indelebile il ricordo di quanto abbia fatto per tutti in così poco tempo”. Poi il ringraziamento al sindaco per l'intitolazione della Sala Rossa: "Una volta scherzando disse a mia mamma che quendo non ci sarebbe stato più l'avrebbe voluto"
 

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