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Cronaca

Facciamo i conti con l'ennesimo femminicidio (dopo Alessandra, Emma e le altre)

Oggi si leva la voce di un'altra donna, Tullia Bevilacqua, segretario regionale di Ugl Emilia-Romagna, che traccia un'analisi sugli strumenti di contrasto e supporto alle donne vittime di violenza

Dopo la sequenza di casi di femminicidio che hanno scosso il bolognese, dalla Regione la cronaca ci restituisce un altro cadavere. Ancora quello di una donna. Ancora un uomo il carnefice. E così ci troviamo a fare, nuovamente, i conti con l'argomento. E le misure, più o meno efficace adottate a contrasto. Un'analisi arriva oggi da  Ugl Emilia-Romagna. 

“Ennesimo femminicidio, con suicidio del carnefice, in Emilia-Romagna, questa volta a Bellaria, nell'esprimere il cordoglio ai famigliari della vittima, una donna di 70 anni, e condividendo lo sdegno della sindaca di San Mauro Pascoli – paese di origine dei due protagonisti di questa ennesima tragedia – condivido la valutazione dei tanti che parlano apertamente di emergenza. E, dunque, è necessario agire per risolverla, questa piaga”: così inizia la riflessione di Tullia Bevilacqua, segretario regionale di Ugl Emilia-Romagna, circa il caso di omicidio - partendo dalla tragedia consumatasi a Bellaria che ha visto coinvolti sabato scorso due cittadini sammauresi. 

“Il bollettino di guerra parla di tre femminicidi avvenuti in appena 14 giorni dall'inizio del 2023 a livello nazionale. Nel 2022  le vittime donne sono state 122, di cui 100 uccise in ambito familiare e/o affettivo e di queste più della metà hanno trovato la morte per mano del partner o dell'ex - elenca ancora Tullia Bevilacqua - . Questa triste statistica ci dice che il fenomeno è aumentato del 3% sul 2021. Ma la gravità del fenomeno della violenza sulle donne si dimostra anche con un altro dato: l'aumento (del 15,7%, ndr) delle violenze sessuali. Scorporando i numeri dei femminicidi per regione, purtroppo, apprendiamo che l' Emilia-Romagna è quasi sempre maglia nera (nel 2021 preceduta soltanto dalla Lombardia), al Nord in media se ne verificano la metà”: aggiunge portando dati ufficiali il segretario regionale di Ugl Emilia-Romagna.

Riflessione sugli strumenti a contrasto vs la violenza sulle donne

“Quanto sta accadendo ci obbliga a una profonda riflessione, anche ad un'analisi sugli strumenti di contrasto e supporto alle donne vittime di violenza. Appena il 10% delle donne che subiscono violenza o atti di persecuzione denunciano i propri aguzzini e nonostante l'adozione di misure come il Codice rosso la situazione non migliora. E al di là delle iniziative parlamentari che si stanno mettendo in moto – si parla in questi giorni di costituire una commissione bilaterale di inchiesta - c'è da rilevare subito la necessità da parte delle regioni e degli enti locali di incrementare con fondi propri i contributi previsti per le vittime dei reati di violenza sessuale, maltrattamenti in famiglia e stalking: spesso, in caso di denuncia del partner, queste donne non possono nemmeno permettersi le spese processuali”: aggiunge Tullia Bevilacqua.

Violenza contro le donne, l'atlante dei femminicidi a Bologna 

Convocazioni ad horas della Conferenza interdisciplinare

Ci sono in atto alcune misure ma non bastano, come rileva Bevilacqua, che prosegue: “Il cosiddetto 'ammonimento questorile' agli uomini violenti, spesso, non ottiene il risultato desiderato. Le case rifugio per le donne maltrattate o minacciate sono del tutto insufficienti. E si sconta ancora un deficit culturale, istituzionale, verso le donne, visto che in molte sentenze di condanna di uomini che hanno ucciso le proprie partner, si legge ancora che questi ultimi siano stati colti da misteriosi “raptus” o “cieca gelosia”. Da parte dei giudici ci aspettiamo maggiore sensibilità ed erogazione di pene più severe. Il fenomeno è complesso, va affrontato in ogni aspetto”: puntualizza Tullia Bevilacqua “ed è necessario adottare un approccio straordinario”.

Una richiesta che l'Ugl porterà in seno all'Osservatorio regionale sulla violenza di genere con l'intento di rendere permanente e con convocazioni ad horas della Conferenza interdisciplinare che si interroga sul fenomeno e che si attiva principalmente in previsione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

Gli ultimi femminicidi a Bologna

Gettando uno sguardo solo agli ultimi mesi nella nostra provincia, femminicidio sfiorato per un soffio lo scorso dicembre. Era la vigilia di Natale quando in via Rialto una giovane mamma è stata brutalmente aggredita . Arrestato l'ex, un 31enne marocchino. La donna ha riportato una lesione gravissima alla carotide  che, come avevano spiegato i medici, di solito non lascia scampo.  L'uomo, già noto alle forze dell'ordine, era stato condannato a un anno per lesioni gravi nei confronti di un’altra donna e già denunciato dall'ex compagna per maltrattamenti. "Non l'ho mai visto così", aveva commentato il legale che aveva richiesto una perizia psichiatrica

Pochi mesi prima, all'ombra delle Due Torri, invece non c'era stato nulla da fare per salvare la vita di Alessandra Matteuzzi, barbaramente massacrata sotto casa. In manette anche in quel caso era finito l'ex compagno, che secondo le ricostruzioni degli inquirenti l'avrebbe aspettata nell'area cortiliva dirimpetto all'ingresso nel condominio, per poi colpirla più volte, anche con un martello che lo stesso aveva portato con sé.   

L'anno prima Bologna si macchiava anche del sangue della 73 enne Maria Rosa Elmi, uccisa con un fucile da caccia sul letto di un torrente in secca da suo marito. L’uomo subito dopo si è sparato, sopravvivendo al colpo. È stato arrestato con l’accusa di omicidio aggravato. Dalle indagini è emerso che aveva pianificato la morte di entrambi sopraffatto dalle condizioni in cui una malattia incurabile aveva ridotto Maria Rosa. 

Poco prima il nostro territorio si era trovato a piangere un'altra donna. Giovanissima. Chiara Gualzetti, 16 anni. Uccisa il 28 giugno 2021 a Monteveglio,  in un parco poco distante da casa, da un conoscente  con cui era andata a fare una passeggiata. Il ragazzo, dopo averla ripetutamente accoltellata, l’ha presa a pugni e calci in testa e ha abbandonato il cadavere in una scarpata. Ad inchiodarlo sono stati alcuni messaggi con amici dopo aver compiuto il gesto e di quelli scambiati con la vittima. Davanti agli investigatori, con l’accusa di omicidio aggravato dalla premeditazione e dalla minore età della vittima, ha confessato di essere stato spinto da un demone ad ucciderla. E' stato condannato a 16 anni di reclusione. Un verdetto che ha acceso il dibattito, sullo sfondo l'interrogativo: E' la legge, ma è anche giustizia? 

Il mese prima, senza andare troppo addietro, Bologna restò sotto shock per la terribile morte di Emma Pezemo, 31 anni, uccisa dal compagno, probabilmente soffocata, poi fatta a pezzi con un oggetto affilato. L’assassino si è poi suicidato. L’uomo era affetto da disturbi psichici.  Vicino al suo cadere è stato rinvenuto un biglietto in cui, molto confusamente, si fa riferimento ad un debito economico che la ragazza avrebbe contratto con lui.  Il corpo senza vita di Emma è invece stato rinvenuto in un cassonetto. Gettata lì, come un rifiuto. 

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