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Cronaca Marzabotto

Eccidio di Marzabotto, il sopravvissuto Ferruccio Laffi: "Hanno ammazzato tutta la mia famiglia. Se esiste un Dio quelle atrocità non sarebbero dovute accadere"

Intervista a Ferruccio Laffi, 93 anni e testimone del periodo in cui si è consumato il più grave eccidio a danno dei civili sul fronte occidentale, nella Seconda Guerra mondiale

Occhi azzurri e profondi, novantatré anni e una vita vissuta davvero, con il cuore colmo di gratitudine per essere scampato più volte alla morte e la voglia di continuare a godere delle piccole cose. E' Ferruccio Laffi,uno dei sopravvissuti all'eccidio di Marzabotto: un uomo che ogni notte deve fare i conti con ricordi atroci o incubi, dopo aver visto tutta la sua famiglia ammazzata e aver cercato, per anni, di sopravvivere.

Nonostante il dolore e la sofferenza patita, oggi Ferrucco è una persona che racconta quanto accaduto in memoria di tutti coloro che non ce l'hanno fatta. La sua vita, a tratti assurda e inimmaginabile, è stata raccontata in un libro  ('Io, sopravvissuto di Marzabotto.Storie di un uomo, storie di una strage. Edito da Longanesi)  da Margherita Lollini: "Questo libro nasce da un mio interesse specifico per il territorio dell'appennino bolognese e la sua storia - racconta l'autrice - dove ovviamente spicca la tragica vicenda di Marzabotto. Ho vissuto tre mesi nel Parco di Monte Sole ed è stato naturale incontrare Ferruccio Laffi . Sentendo la sua storia ho deciso di dare voce alla sua testimonianza, affinché potesse esser,e oltre a una narrazione orale, anche una storia che potesse rimanere nel tempo. Tutto a memoria della brutalità e disumanità di quegli anni, dove è stato consumato il più grave eccidio a danno dei civili sul fronte occidentale nella Seconda Guerra mondiale". Abbiamo incontrato Ferruccio, per farci raccontare quegli anni difficili, impossibili da dimenticare.

Ferruccio partiamo dall'inizio, da quel giorno in cui non vide più la sua famiglia...

"Ho 93 anni ma ricordo tutto di quegli anni, ho una memoria ancora buona. Avevo 16 anni,  era il 30 settembre del '44, eravamo tutti a tavola quando da lontano vedemmo i tedeschi arrivare e io e mio fratello scappammo subito rifugiandoci in un calanco. Pensavamo che volevano prenderci perché cercavano sempre uomini da portare via.

Rimanemmo nel calanco per qualche ora, e quando verso le 17 facemmo rientro. Più mi avvicinavo alla casa e più non sentivo niente ma vedevo delle fiamme e gli animali erano tutti fuori. Pensai che avevano portato tutti via, ma quando arrivai vicino vidi che erano tutti morti. Mi avevano ammazzato tutti, 18 persone, e tutti i miei fratelli, mamma e papà erano li a terra e quello è stato il massimo del dolore. Sono cose che non si possono dimenticare- ci racconta con la voce rotta dal pianto- Li ho dovuti seppellire tutti e ho cercato di andare avanti, ma alla fine i tedeschi mi presero comunque per farmi lavorare. Sono rimasto sotto di loro fino a pochi mesi prima del 21 Aprile, quando ci fu la liberazione".

Come è riuscito a sopravvivere dopo tanto dolore?Cosa lo spingeva ad andare avanti?

"Non lo so. Delle volte pensavo di dover vivere e andare avanti perché ero stato risparmiato e altre volte che non meritavo di vivere, anche perché a tratti non era una vita. E' difficile da spiegare, i ricordi sono molto dolorosi ma alla fine ho guardato al futuro, mi sono costruito una famiglia e ho cercato di trascorrere ogni giorno come qualcosa di prezioso. Sono grato per tutto.

Oltre a sopravvivere alla strage della mia famiglia, sono scampato anche a una fucilazione. Quando fui fatto prigioniero ci mandavano a lavorare, e la sera dovevamo rientrare tutti alla base. Eravamo in dieci e un giorno tornammo in otto perché due persone conoscevano la zona dove eravamo e scapparono, ma noi non sapevamo dove andarono e dove si rifugiavano.

Quando arrivammo al campo e videro che eravamo in otto ci presero e ci misero su delle buche pronti a spararci perché volevano sapere  quei due dove erano, e se non lo avremmo detto avrebbero ammazzato tutti. Poco prima che premessero i grilletti una persona disse che li conosceva e che forse sapeva dove erano, e quindi sospesero l'esecuzione.Delle volte ho desiderato prendere una smitragliata per mettere fine a tanta paura e sofferenza, o di finire sotto una cannonata per morire in fretta ma si vede che il mio destino era diverso, e dovevo arrivare fino a qui".

Quando va a letto la sera, la prima cosa che pensa qual è?

"Penso a tante cose, a tutta la mia vita e penso a tante cose. Ci sono immagini e ricordi che non vanno via. Per trent'anni ho avuto brutti incubi, sognavo che i tedeschi mi prendevano o che dovevo fare un lavoro per loro ma non sapevo farlo, e avevo paura perché se non lo avessi fatto mi avrebbero ammazzato. Adesso sono anziano, non ho più incubi come prima ma dormire non è sempre facile"

Crede in Dio? Ha fede?

Dopo aver visto la mia famiglia trucidata non sono più andato a messa, non credo più a niente. Se davvero esiste un Dio tutte quelle cose, tutte quelle atrocità non sarebbero dovute succedere".

Ferruccio Laffi e Margherita Lollini: 

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