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Cronaca

Si finge ginecologo per avere foto intime: arrestato, rischia fino a 12 anni

Usava nomi di noti specialisti e raggirava potenziali pazienti per farsi inviare foto intime in chat. La Polizia Postale arresta un giovane di Matera

Un rischio che si corre condito da qualche ingenuità. Un raggiro ordito chattando con potenziali pazienti, soprattutto donne giovani: utilizzava nomi di noti specialisti, ignari, e riusciva a convincerle a compiere atti sessuali e ad inviargli  foto intime via internet o via cellulare.

Il falso ginecologo, U.S. 31enne di Matera, di cui non sono state rese note le generalità, è stato smascherato dalla Polizia Postale di Bologna che lo ha arrestato per il reato di violenza sessuale il 30 ottobre. I dettagli sono stati resi noti stamattina durante una conferenza stampa: la posizione dell'uomo è aggravata dal fatto di essersi qualificato come pubblico ufficiale, molestie e sostituzione di persona. Agli arresti domiciliari per un'altro reato a sfondo sessuale, non potendo comunicare all'esterno con i propri mezzi, utilizzava cellulare e indirizzo e-mail del padre con cui divide l'abitazione. Rischia fino a 12 anni di galera.

LA TECNICA. Consulenze mediche anche via telefono, e per farlo aveva bisogno di foto delle parti intime. Almeno nove le giovani, convinte a compiere atti sessuali e a spedirgli la "documentazione". Gli investigatori hanno ricostruito un profilo caratterizzato da "elevatissima capacità seduttiva e di convincimento": U.S. contattava le prede al telefono, presentandosi con i cognomi di medici ginecologi, ma all'oscuro di tutto. Offriva un consulto per aiutarle a risolvere problemi sempre relativi alla sfera sessuale o genitale, di cui soffrivano realmente. Dopo la richiesta dei sintomi, gli "autoaccertamenti" e quindi l'invio delle foto. Un'ipotesi è che l'uomo possa avere scoperto i dettagli privati delle vittime partecipando a forum in materia di cure mediche, riuscendo poi a recuperare anche i contatti email e il cellulare. L'indagine è partita nel febbraio scorso, dalla denuncia di una studentessa bolognese e, nei mesi successivi, dalle denunce di altre quattro giovani iscritte all'università di Bologna e ancora da quelle di quattro ragazze, residenti in varie città: Forlì, Savona, Trieste, Firenze, Grosseto, Fermo e Foggia. Sebbene non ci sia mai stato contatto fisico,  per gli inquirenti si tratta comunque di reato di violenza sessuale, per avere violato l'autodeterminazione delle vittime nella loro sfera sessuale, aggravato dal fatto di essersi qualificato come pubblico ufficiale. L'uomo è inoltre indagato anche per sostituzione di persona e per molestie. Dopo l'arresto, lo scorso 31 ottobre, U.S. è stato rinchiuso nel carcere di Matera e all'interrogatorio di garanzia, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Le indagini proseguono, con l'analisi del telefono e del computer dell'uomo, per chiarire le modalità di raccolta delle informazioni delle donne e individuare eventuali altre vittime che potrebbero, per vergogna, non avere presentato denuncia.

 

 

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